Andriessen e l’icona femminista
Alla Chigiana Anais Nin, la novità del compositore olandese
Recensione
classica
Lanciarsi nel tema tragico per eccellenza fin dai tempi di Sofocle, l’incesto, e venirne fuori con una soluzione così stranamente insipida, poco coinvolta e coinvolgente, del classico novecentesco monodramma di donna (qui in vena di confessioni sui suoi amori illustri e maledetti, fra cui Artaud e Henry Miller), è quanto ci è sembrato che abbia fatto Louis Andriessen con Anais Nin, per voce e piccolo ensemble musicale in scena (violino, pianoforte, contrabbasso, fiati e percussioni), ispirato alla controversa scrittrice e icona femminista, in prima assoluta al Teatro dei Rozzi per la 67.ma Settimana Musicale Senese dell’Accademia Chigiana. Dal collage di scritti, diari, lettere della Nin e dei suoi uomini che costituisce il testo, dai video a fondo scena evocanti la vicenda, il nodo drammatico – attorto sull’evento bruciante e irripetibile dell’amore col padre, il compositore Joaquin Nin - ci è parso svolto con una così marcata insufficienza da chiedersi perché mai l’autore abbia scelto questo tema e non un altro. Per carità, è pur sempre musica di Andriessen, con certe sue protratte ma avvincenti distillazioni di segni strumentali limpidi e ricchi di senso, o certi graffi geniali, e basterebbe la proterva passacaglia dalle sonorità jazzistiche che accompagna l’evocazione del padre a dar ragione di un talento qui non impegnato a fondo nei cinquanta minuti di durata del tutto; ancora una volta, invece, resta insoddisfacente la vocalità, di incerta delineazione, un po’ Weill un po’ melologo, pur affidata agli indubbi talenti di Cristina Zavalloni, molto appropriata scenicamente. Ma soprattutto ci sono piaciuti moltissimo, per grinta ed energia, gli strumentisti del Nieuw Amsterdam Peil. Successo comunque adeguato all’occasione.
Note: replica il 12 luglio
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