Giovani cantanti crescono
Concerto finale dell’Accademia del Teatro alla Scala
Recensione
classica
Ci sono serate che raccontano più di come va il mondo che tante parole dette o scritte. Assistere al concerto finale, al ‘saggio di fine corso’, dei cantanti uscenti dall’Accademia di perfezionamento del Teatro alla Scala, è un’esperienza appagante soprattutto per fare il punto della situazione della musica lirica in Italia: in tempi bui di tagli e riforme dai contorni nebulosi, le scuole di perfezionamento interne ai grandi teatri di tradizione continuano la loro missione imperterrite – quasi donchisciottescamente, verrebbe da dire – raccogliendo giovani diplomati dai conservatori di tutto il mondo e facendoli entrare a contatto con la realtà del teatro (quello vero, con la polvere) e soprattutto del pubblico. Così, è stato chiamato Marco Guidarini a dirigere l’orchestra dell’Accademia (bravi, soprattutto il primo violino di Livio Troiano) in un programma di quelli che piacciono alle generazioni un po’ agées, ossia i grandi pout-pourri di arie d’opera nei quali puoi trovare affiancati Donizetti e Puccini, senza che nessuno si scomponga. Sarebbe inutile fare una graduatoria dei cantanti che si sono esibiti. Mi piacerebbe solo fare alcune riflessioni a margine: 1) alle nonne piace l’opera: ossia, l’opera è destinata a morire, con o senza riforme, finché si continuerà a concepirla come un ammuffito catalogo di arie (ossia, ma non si poteva pensare di eseguire intere scene da opere?); 2) non ci sono più tenori italiani: i due che abbiamo ascoltato (di cui Jaeheui Kwon, bravissimo) erano entrambi asiatici (ma la famosa scuola di canto italiana?); 3) tutti questi ragazzi erano tecnicamente molto ferrati (chi più, chi meno): ma essere musicisti è un’altra cosa, e non lo si impara a scuola.
Interpreti: soprano: Susanne Braunsteffer, Marika Gulordava, Evis Mula, Pretty Yende; mezzosoprano: Valeria Tornatore, Anna Victorova; tenori: Jaeheui Kwon, Jihan Shin; baritoni: Filippo Fontana, Filippo Polinelli, Valeri Turmanov: basso: Jong Min Park.
Orchestra: Orchestra dell'Accademia del Teatro alla Scala
Direttore: Marco Guidarini
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