A pranzo con Hitler
“Io Hitler” di Filippo del Corno presentato in prima assoluta al festival MiTo.
Recensione
classica
Le immagini insistono per minuti che paiono interminabili sulla bocca gronda di cibo di un Hitler in procinto di prendere definitivamente il potere nel 1933: è il momento più drammaticamente quotidiano di uno spettacolo che ha coinvolto gli spettatori in un’ora a tu per tu col più famoso dittatore della Storia. Filippo Del Corno, il compositore milanese di casa a Sentieri Selvaggi, ha deciso di portare a MiTo la sua nuova ‘azione di teatro musicale’ intitolata “Io Hitler” (su testo di Giuseppe Genna): ed è su quell’”io” ripetuto incessantemente dal protagonista che si forma il senso della drammaturgia di questo crudo spettacolo, un lungo a solo di Adolf Hitler suddiviso in 21 micro-scene, dagli inizi all’avvento della dittatura. Musicalmente, l’ensemble Sentieri Selvaggi è bravissimo nell’affrontare una scrittura volutamente schizzata, divisa tra costante affanno di vita (le martellanti pulsioni ritmiche di percussioni e pianoforte) e visioni di morte (trombone e clarinetto basso). La messinscena (di Francesco Frongia) è praticamente spoglia per concentrare tutta l’attenzione sullo scomodo protagonista, ma si avvale di un buon uso di video che, fra immagini di repertorio e rielaborazioni surrealiste, dona continuità all’impianto drammaturgico globale. Il quale reggerebbe anche bene, se si avesse a disposizione un attore capace di rendere realmente quella “Speech Melody” di cui Del Corno infarcisce la partitura: Fulvio Pepe è un bravo attore e basta, e tutto il gioco di trascrizione notata dei discorsi di Hitler non emerge. Ad ogni modo, la sala del Franco Parenti è strapiena di pubblico attento e morbosamente incuriosito: anche quando, nell’ultima scena del comizio, la luce accecante di un proiettore costringe, per coprirsi gli occhi, ad alzare la mano destra.
Interpreti: Fulvio Pepe (Adolf Hitler)
Regia: Francesco Frongia
Scene: Giovanni De Francesco
Costumi: Giovanni De Francesco
Orchestra: Ensemble Sentieri Selvaggi
Direttore: Carlo Boccadoro
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.