Assassinio alla Scala

Assassinio nella cattedrale di Pizzetti torna alla Scala dopo cinquant’anni.

Recensione
classica
Teatro alla Scala
22 Maggio 2009
Ci sono spettacoli la cui lettura del cartellone induce ad entrare a teatro prevenuti: per il ritorno al Teatro alla Scala di Assassinio nella cattedrale di Pizzetti, la nuova produzione prevedeva una bacchetta di buon artigianato come Donato Renzetti e un regista solitamente incline alla cura più delle scene che dei movimenti scenici come Yannis Kokkos. Per una fortunata alchimia degli elementi, però, la serata è da ricordare, il che significa (e non smetterò mai di urlarlo abbastanza) che a teatro tutto è possibile proprio perché sera per sera la somma dei singoli addendi non dà mai lo stesso risultato. La regia: visivamente elegante, di grande fascino nell’intermezzo (con vetrate illuminate a circondare la figura di Becket), cupa nel suo rappresentare un’Inghilterra senza tempo fra monolitiche croci e una neve grigia da far paura. Il coro (come sempre, da quando è arrivato Casoni, formidabile) si muove il giusto per un dramma iper-statico come questo: il rischio maggiore, in effetti, era proprio la scarsa mobilità dei protagonisti, ma la cura dei movimenti e il personale carisma di alcuni hanno supplito ad alcune mancanze. La direzione di Renzetti si muove decisamente all’indietro, ponendo Pizzetti non certo come primo tra i moderni, bensì come ultimo fra i romantici: suoni densi, a volte troppo caricati, ma sempre in tensione onde evitare che la granitica pesantezza di alcuni passi e di tutto il salmodiare del canto si sieda per sempre. Ci ha stupiti positivamente, come Furlanetto: grandissimo attore e cantante, si è guadagnato un mare di applausi scandendo, scavando, aggredendo la linea vocale non più fermissima. La prossima volta, però, si ricordi di azionare il meccanismo del sangue in tempo, onde evitare che lo schizzo arrivi 5 secondi dopo l’avvenuta morte.

Interpreti: L'Arcivescovo Tommaso Becket (Ferruccio Furlanetto) Un araldo (Antonello Ceron) Primo sacerdote della cattedrale (Gianluca Sorrentino) Secondo sacerdote della cattedrale (Davide Pelissero) Terzo sacerdote della cattedrale (Armando Gabba) Primo tentatore (Salvatore Cordella) Secondo tentatore (Angelo Veccia) Terzo tentatore (Petri Lindroos) Quarto tentatore (Luca Dall'Amico) Prima corifea (Raffaella Angeletti) Seconda corifea (Anita Raveli) Primo cavaliere (Gian Luca Pasolini) Secondo cavaliere (Giuseppe Altomare) Terzo cavaliere (Alessandro Paliaga) Quarto cavaliere (Ernesto Panariello)

Regia: Yannis Kokkos

Scene: Yannis Kokkos

Costumi: Yannis Kokkos

Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore: Donato Renzetti

Coro: Coro del Teatro alla Scala

Maestro Coro: Bruno Casoni

Luci: Gianni Mantovanini

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