Esaltante concerto per Yuri Temirkanov e l'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo. Due serate al Conservatorio di Milano per ricordare quanto la compagine russa sia a suo agio con Ciaikovskij e Stravinskij. Pubblico festante ad omaggiare due performances ad alto tasso emotivo. Dalla Quinta Sinfonia di Ciaikovskij al Sacre du Printemps di Stravinskij, l'orchestra ha esibito il suo tipico suono denso, vibrato ma pulito negli attacchi.
Vorrei cominciare riprendendo fiato. Credo sia una sensazione che hanno provato tutti in sala, usciti dalle due serate durante le quali Yuri Temirkanov e la sua Filarmonica di San Pietroburgo hanno invaso il Conservatorio di Milano (e MiTo): è un momento preciso, di quelli che capitano a pochi concerti. Si tratta del II movimento della Quinta sinfonia di Ciajkovskij: dieci minuti di puro godimento estetico, dove il solo del corno (un primo corno dal vibrato magico) è sembrato scaturire dal nulla, e nel nulla ritornare per permettere al pubblico di rimanere quei 10 secondi in apnea. È da quel salto nel vuoto che ci si riprende solo ora. Un'orchestra tecnicamente infallibile, dagli attacchi precisi e dal suono pieno, ottenuto con ampie arcate che producono un fraseggio caldo, inebriante per smalto timbrico e impatto fonico. Hanno una gran voglia di suonare, e lo dimostrano portando in tour un "tutto Ciajkovskij e Stravinskij" che potrebbe sfociare nella routine e, invece, sembra fresco ed entusiasmato/-ante ogni volta.
Nel primo concerto, dopo la suite dal Lago dei cigni e Le Baiser de la Fée di Stravinskij, un urlo ha accolto il finale della Quinta sinfonia di Ciaikovskij, così sfacciatamente cantata e condotta con gesto sicuro e trascinante da Temirkanov. La stessa enfasi sonora, spesso esagerata ma mai volgare, ha dominato il Concerto per violino col quale si è aperto il secondo concerto; qui, il solista Boris Belkin si è lanciato in un vorticoso III movimento preso ad un tempo inumano, seguito a ruota da Temirkanov che è riuscito non solo a stargli dietro, ma a dialogare alla pari grazie ad un'orchestra prontissima. La stessa che ha concluso eseguendo con selvaggia perfezione il Sacre di Stravinskij, raramente ascoltato con così lucida chiarezza e barbara passione.
Interpreti: Boris Belkin, violino
Orchestra: Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo
Direttore: Yuri Temirkanov
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