Pietra di diaspro - definita dall'autore opera-video o anche immenso oratorio astratto - è andata in scena in prima assoluta a Roma e sarà ripresa nei prossimi giorni al festival di Ravenna , sempre nell'allestimento dell'Opera di Roma.
L'inizio è una musica di complessità enigmatica ma di grande impatto, con gli strumenti addensati in grumi quasi impenetrabili ma dinamici e le voci che straziano il testo in fonemi mormorati o urlati, stravolti dall'elaborazione elettronica dal vivo che li fa ruotare nello spazio. Poi questo suono si dirada. Emergono dal magma sonoro ora il lungo solo, aspro e disperato, del violoncello (Andrea Noferini), ora un'arpa (Paola Perrucci) moltiplicata dal live elettronics in evanescenti immagini sonore riflesse, ora il suono inaudito e quasi metafisico del flauto iperbasso (Roberto Fabbriciani). Anche alcune singole voci vengono a tratti in primo piano: la prima e la seconda parte si concludono con due soli vocali più distesi e lirici (li si vorrebbe quasi definire arie) diversissimi tra loro ma egualmente suggestivi, affidati rispettivamente alla vocalità esperta della musica d'avanguardia di Alda Caiello e alla voce pop di Antonella Ruggero.
Non ci può aggrappare a uno svolgimento musicale tradizionale, che crei una sua drammaturgia fatta di tensioni e distensioni, magari con una progressione indirizzata verso la conclusione, eppure la musica di Adriano Guarnieri ha una sua drammaticità, che nasce da idee audaci e da gesti musicali forti e dà una sua particolarissima valenza teatrale a Pietra di diaspro. La realizzazione scenica di questa opera-video (o oratorio astratto) è problematica, perché non esiste un'azione e neanche vengono suggerite immagini in alcun modo riconducibili a una drammaticità sia pur lontanamente tradizionale: ci sono solo il delirio dell'Apocalisse di Giovanni e il lirismo stravolto di Celan. Ezio Antonelli ha ideato pareti nere specchianti e trasparenti e un cilindro di sottili fili che catturava la luce, su cui ha lavorato con le sue immagini virtuali. Poteva essere una buona idea di partenza, ma la regia e i movimenti coreografici inserivano in questo spazio scenico un descrittivismo piuttosto banale, assolutamente incongruo alle allucinazioni del testo e all'astrattezza della musica. Affidata a Pietro Borgonovo, fedele interprete di Guarnieri, l'esecuzione musicale va considerata attendibile.
Interpreti: Antonella Ruggiero, Sonia Visentin, Alda Caiello, Ilaria Del Prete, Matelda Viola, Marco Lazzara e Gianluca Belfiori Doro
Live- electronics a cura di Alvise Vidolin. Prima esecuzione assoluta
Regia: Cristina Mazzavillani Muti
Scene: Ezio Antonelli
Costumi: Alessandro Lai
Coreografo: Silvia Curti
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera
Direttore: Pietro Borgonovo
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