Dracula gentile e spettacolare

Dopo Cocciante e Dalla è la volta della PFM a cimentarsi in questo nuovo tipo di opera popolare prodotto da David Zard: sound rock e canto vagamente melodrammatico non si sposano bene ma nel complesso l'opera rock funziona. E anche l'occhio ha la sua parte.

Recensione
classica
Gran Teatro Roma
Flavio Premoli e Franco Mussida della Premiata Forneria Marconi
09 Marzo 2006
Il meglio è quand'è rock: logico, non solo perché questa è un'opera rock ma perché la musica è della PFM, nelle persone di Flavio Premoli e Franco Mussida, cioè del top del rock progressivo italiano, cui i primi capelli grigi non hanno affatto ingrigito le idee. E pazienza se dopo due ore viene il dubbio che il rock sia limitato come gamma sonora ed espressiva, perchè comunque sound, ritmo e vocalità sono trascinanti - e anche raffinati - e funzionano dal punto di vista dello spettacolo. Ma quando si va un po' sul melodrammatico - amore e altre grandi passioni - c'è uno stacco nettissimo e si casca nella melodia facile e generica (con l'eccezione d'una notevole serie di duetti nel secondo atto). Non aiutano le elucubrazioni del testo, piuttosto prolisso e incomprensibile alla lettura, figuriamoci all'ascolto! Alla fine quel che si percepisce è che questo Dracula è un buon vampiro - nonostante l'orribile cotonatura e le estensioni rosse - e morde una sola volta, ma subito dopo si pente, sospira e invoca la mamma. Più divertenti il pazzo Renfield, una specie di Jolly shakespeariano, e Lucy, vera femmina che si fa mordere volentieri. Mina è inevitabilmente buonissima e noiosetta, ma si riscatta nel finale a sorpresa. Bravi il Dracula di Vittorio Matteucci e il Van Helsing di Giò Tortorelli, gli altri sono giovani con personalità e voci modeste. Lo spettacolo qui è fondamentale. L'azione è spesso policentrica, sfruttando tutti i cinquanta metri circa del boccascena, e le coreografie sono onnipresenti, più o meno originali ma sempre spettacolari, e aiutano a superare i tempi morti del testo. Per non far mancare nulla al pubblico, si ricorre anche a un repertorio d'immagini da Folies Bergères e magari anche da Cage aux Folles. Con Alfredo Arias l'occhio non si annoia mai!

Interpreti: Vittorio Matteucci/ Luca Maggiore, Sabrina De Siena/Beatrice Buffadini, Fabio Privitera/Carmine Colella, Maria Grazia Di Valentino/Valentina Spreca, Gio Tortorelli/Vito Ardito, Max Corfini/Marco Del Carlo, Davide Benedetti/Marco Del Carlo

Regia: Alfredo Arias

Scene: Roberto Plate; luci: Jacques Rouveyrollis

Costumi: Graciela Galan

Coreografo: Ana Maria Stekelman

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