Il dizionario amoroso di Vivaldi

Il rischio, a leggere la trama, è che un regista "alla tedesca" la trasformi nel primo caso di truffa sportiva raccontata in un' opera lirica (Licida chiede a Megacle di gareggiare al suo posto alle Olimpiadi, così se Megacle/Licida vincerà, Licida potrà sposare Aristea) ambientandola in tempi moderni con moviole, antidoping e interviste agli atleti.

Recensione
classica
Settembre Musica Torino
Antonio Vivaldi
19 Settembre 2005
Il rischio, a leggere la trama, è che un regista "alla tedesca" la trasformi nel primo caso di truffa sportiva raccontata in un' opera lirica (Licida chiede a Megacle di gareggiare al suo posto alle Olimpiadi, così se Megacle/Licida vincerà, Licida potrà sposare Aristea) ambientandola in tempi moderni con moviole, antidoping e interviste agli atleti. Ma ad ascoltarla, "L'Olimpiade" di Vivaldi, si scopre invece la capacità del compositore di raccontare i sentimenti umani, di affascinarci con un virtuosismo vocale che non è mai fine a se stesso. Alla Biblioteca Nazionale di Torino, nel Fondo Foà Giordano, sono conservati importanti manoscritti vivaldiani, a Torino nel febbraio prossimo ci saranno le Olimpiadi Invernali quindi..."L'Olimpiade" di Vivaldi è stata eseguita al Teatro Regio di Torino, per Torino Settembre Musica, in forma di concerto (con una scenografia virtuale di Fabrizio Barbero e Antonio Pizzo che proponeva immagini di regge barocche - c'era anche Stupinigi - stormir di fronde e ruscelletti). La trama (siamo nei boschi di Olimpia) ricca di agnizioni, naufragi, amicizie virili, amori nascosti e lieto fine, è in realtà un pretesto per una carrellata di arie che diventano un ideale catalogo di voci di un dizionario operistico amoroso, insomma è come se con qualche secolo di anticipo su Roland Barthes, Vivaldi ( e Metastasio) avessero composto il loro personalissimo "Frammenti di un discorso amoroso". Ecco allora il tradimento ("Più non si trovano tra mille amanti"), la ninna nanna ("Mentre dormi, amor fomenti) l'addio all'amata ("Se cerca, se dice"), la disperazione ("Sta piangendo la tortorella"), il tentativo di suicido irrisolto ("Gemo in un punto e fremo"). Nel cast di belle voci ricordiamo l'intensità emotiva di Gemma Bertagnolli (Megacle), la ricchezza espressiva del controtenore Brian Asawa (Licida), la grinta temperamentosa di Barbara Di Castri (Argene), la purezza espressiva di Anke Herrmann (Aminta). Duttile e attenta sotto la bacchetta di Alessandro De Marchi c'era l'Academia Montis Regalis. Vivissimo successo in un Regio non gremito con tanto di bis del coro finale.

Interpreti: Brian Asawa, controtenore, Licida; Barbara Di Castri, mezzosoprano, Argene; Gemma Bertagnolli, soprano, Megacle; Martin Oro, controtenore, Aristea; Anke Herrmann, soprano, Aminta; Robert Ogden, controtenore, Clistene; Furio Zanasi, baritono, Alcandro Scenografia virtuale di Fabrizio Barbero con Antonio Pizzo

Orchestra: Academia Montis Regalis

Direttore: Alessandro De Marchi

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