Sempre fuori dall'ortodossia, Maderna nel 1973 scrisse con Satyricon uno dei pochi esempi di teatro musicale del periodo "puro e duro" dell'avanguardia postweberniana: un'opera strana, irriducibile a nessuan delle categorie note, stimolante e affascinante ma datata.
Intorno al 1970 tre artisti italiani - Fellini, Pasolini e Maderna - s'ispirano al Satyricon e tutti e tre vi vedono lo specchio d'una umanità in piena decadenza. Maderna ne ricava una breve opera, grottesca più che satirica, che prende di mira un mondo vorace di sesso, cibo, denaro, con uno spirito goliardico sotto cui però s'avvertono un pessimismo totale, una volontà distruttiva e anche un commiato rabbioso dalla vita da parte di Maderna, poco più che cinquantenne e consapevole di essere già vicino alla fine. Qui eccesso fa rima con effimero e si canta: "Sta la fortuna in cielo e noi siamo i suoi trastulli", "pensiamo d'essere eleganti e molto saggi, ma quando meno te l'aspetti, ecco la grande sorpresa". Con libertà e leggerezza Maderna usa il vocabolario di quell'avanguardia di cui è uno dei massimi rappresentanti, ma fa anche un collage di citazioni da Gluck a Weill, passando per Verdi e Bizet e anche per tanghi e marcette, deformati ironicamente ma riconoscibilissimi.
Luca Pfaff dirige bene, il gruppo strumentale è ottimo, i cantanti non hanno grande personalità (ci vorrebbe anche qui, mica solo nel melodramma) ma sono professionisti irreprensibili. Dunque l'esecuzione musicale è adeguata, ma non si può dire altrettanto della regia di Giorgio Pressburger. L'atrio e la sala del teatro sono pavesati d'insegne dell'antica Roma, tra il pubblico si aggirano comparse vestite da antichi romani e anche agli spettatori è data la possibilità d'indossare abiti romani antichi e sono offerti assaggi della cucina romanesca attuale: mutatis mutandis, è quel che Pressburger ha fatto in una recente "Italiana in Algeri", ma il "Satyricon" non è l'"Italiana". Anche quanto avviene in palcoscenico offre una visione riduttiva dell'opera e ne coglie solo l'aspetto di divertimento goliardico.
Note: Si replica il 29 gennaio a L'Aquila per la Società Aquilana dei Concerti "B. Barattelli"
Interpreti: Wolfgang Ablinger-Sperrhacke, Marie Angel, Nigel Robson, Omar Montanari, Francesco Magali, Marcela Serli
Regia: Giorgio Pressburger
Scene: Andrea Stanisci
Orchestra: Orchestra Roma Sinfonietta
Direttore: Luca Pfaff
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