Una semplice Bohème

Si è voluto creare a tutti i costi l'evento, sbandierando la regia (?) di Luciano Pavarotti, ma si è rischiato di trasformare un'opera in una festa paesana.

Recensione
classica
Teatro della Fortuna Fano
Giacomo Puccini
20 Dicembre 2004
Non era possibile fare una Bohème, non migliore delle tante che si rappresentano in continuazione nelle piccole città italiane, senza pretendere di farne a tutti i costi in un evento? Così si è rischiato di trasformare tutto in una festa paesana, come confermano la banda cittadina che deborda dal palcoscenico alla platea nel secondo atto e i fuochi d'artificio in piazza alla fine. In fin dei conti si è vista è una regia fondamentalmente tradizionale, tranne alcune inoffensive trovate. Per esempio, la soffitta è trasformata in un loft tra il 1950 e il 1960 e di conseguenza gli scherzi stupidini tra i quattro bohèmiens sono aggiornati: tra l'altro si divertono a filmare tutto con una cinepresa. Lo spettacolo è realizzato da una mano esperta, senza le ingenuità tipiche del cantante imprestato alla regia: difficile dire cosa sia attribuibile a Luciano Pavarotti (è quasi un debutto nella regia per lui, dopo una lontana Favorita a Venezia) e cosa a un regista di lungo corso come Beppe De Tomasi, chiamato ad affiancare big Luciano. Mimì è Simona Todaro: la voce è pulita ed educata ma il suo tono uniformemente triste ignora la commovente lacerazione tra la gioia della giovinezza e dell'amore e la tragedia della malattia e della morte. Come tante Musetta, Sabrina Vianello sgonnella e mostra la caviglia, ma col canto se la cava meno bene. Yu Qaing Dai, un giovane cinese scoperto da Pavarotti, avrebbe una voce di buona qualità ma incappa in una miriade d'incidenti piccoli e meno piccoli e ha una dizione talmente esotica da deformare a tratti anche il fraseggio musicale. Nikola Mijalovic è un discreto Marcello, quando non pensa solo a esibire il suo volume. Pier Luigi Dilengite (Schaunard) e Andrea Patucelli (Colline) sono gli unici che risultano giovani non solo all'anagrafe ma anche per il modo di cantare, senza autocompiacimento e affettazione. Dal podio Marco Balderi è una guida sicura per i cantanti, li accompagna, li stimola e dialoga con loro, ma trascura la splendida orchestra pucciniana.

Note: nuovo allestimento del Teatro della Fortuna

Interpreti: Simona Todaro/Serena Daolio, Yu Qaing Dai/ Massimiliano Tonsini, Sabrina Vianello, Nicola Mijailovic, Pier Luigi Dilengite, Andrea Pattuccelli, Domenico Trimarchi, Aldo Trimarchi, Raffaele Talmelli, Giacinto Sgarra, Ignazio Pucci

Regia: Luciano Pavarotti

Scene: Artemio Cabassi

Costumi: Artemio Cabassi

Orchestra: Orchestra "Pro Arte" Marche. Complessi bandistici Città di Fano e Confraternita del Suffragio

Direttore: Marco Balderi

Coro: Coro lirico "Mezio Agostini"; Coro di voci bianche "Incanto Pie Venerini", istruito da salvatore Francavilla

Maestro Coro: Angelo Biancamano

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.