L'ironia dell'Incoronazione

All'Opéra Garnier l'opera di Monteverdi nell'allestimento grottesco, caricaturale, coloratissimo di David Alden. Anna Caterina Antonacci perfetta incarnazione di Poppea.

Recensione
classica
Opera Bastille Parigi
Claudio Monteverdi
26 Gennaio 2005
Terza Incoronazione di Poppea della stagione dopo quella del Théâtre des Champs Elysées (René Jacobs - David McVicar) e quella di Lione (William Christie - Bernard Sobel). Al confronto, l'allestimento di David Alden (con le scene del solito Paul Steinberg), appariva grottesco, caricaturale, iconoclasta. Eppure era capace di creare un ritmo visivo parallelo a quello della musica, di giocare, molto teatralmente, sul confine tra commedia e tragedia, di cogliere il lato ironico dell'opera di Monteverdi. Con alcune invenzioni di cattivo gusto (la bara di Seneca, il costume da mummia per Mercurio), altre indimenticabili (il divano-letto in similpelle, i trascoloramenti del fondale dal rosa al giallo, al verde acido del secondo atto, i giochi di ombre, la grande porta girevole, i tre discepoli di Seneca trasformati in buffi Tintin in calzoncini corti, quaderno di appunti e yo-yo, la bellissima scacchiera ondulata che faceva da sfondo alla scena finale). Appassionata, anche se non ricchissima di colori, la direzione di Bolton. La Antonacci (che aveva fatto la parte di Nerone al Théâtre des Champs Elysées) era la perfetta incarnazione di Poppea, con la sua voce calda, le movenze sensuali, gli abiti elegantissimi. Accanto a lei la voce controtenorile di Jacek Laszczkowski accentuava la fisionomia isterica di Nerone. Christophe Dumaux appariva un Ottone fragile, maltrattato dalle donne, col suo triste mazzo di rose in mano, mentre Monica Bacelli era un'Ottavia di grande temperamento che toccava con "Addio Roma" uno dei culmini emozionali di tutto lo spettacolo. Vera forza della natura, Dominique Visse appariva in scena ora come una drug queen (Arnalta) ora come un'inquietante infermiera (la nutrice di Ottavia). Bravissimo Robert Lloyd, un Seneca pensoso, sempre in scena con sigaro e un bicchiere di scotch. Da segnalare anche la Drusilla della svedese Miah Persson, il Valletto di Barry Banks, il Mercurio di Antonio Abete e Amore di Valérie Gabail (era stata Drusilla nell'edizione diretta da Minkowski a Aix), soprano destinata a una grande carriera.

Note: Coproduzione della Bayerische Staatsoper, Munich e della Welsh National Opera, Cardiff

Interpreti: Poppea: Anna Caterina Antonacci; Nerone: Jacek Laszczkowski; Ottone: Christophe Dumaux; La Fortuna/Drusilla: Miah Persson; Ottavia: Monica Bacelli; Seneca: Robert Lloyd; Arnalta/Nutrice: Dominique Visse; La Virtù/Venere: Lucia Cirillo; Amore: Valérie Gabail; Pallade/Damigella: Jaël Azzaretti; Valletto: Barry Banks Lucano/Primo soldato Pretoriano: Guy de Mey; Liberto/Secondo soldato Pretoriano: Topi Lehtipuu; Mercurio/ Littore: Antonio Abete

Regia: David Alden

Scene: Paul Steinberg

Costumi: Buki Shiff

Orchestra: Solistes du Freiburger Barockorchester; Monteverdi-Continuo-Ensemble

Direttore: Ivor Bolton

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