Lo chiamano Strauss
Di Strauss (Richard) c'è in fondo poco. Il festival di Montpellier riesuma "Des Elsels Schattens", riadattato in francese da René Koering e strumentato da René Bosc. Nasce una satira tardo-aristofanesca che un bravo cast riesce a far funzionare. O almeno ci prova.
Recensione
classica
La voglia di scherzare può giocare brutti scherzi. Come è noto, la routine non è di casa al Festival di Montpellier. Mai. Novità, sempre novità. Allora perché non andare a ripescare "Des Elsels Schatten", ovvero l'opera incompiuta di Richard Strauss, scritta negli ultimi anni di vita da un compositore di ottantatré anni? Strauss non ha fatto in tempo a terminare questo testo che René Koering, direttore del Festival di Montpellier, ha rispolverato, affidandone la strumentazione a René Bosc e scrivendo lui stesso il libretto, in francese ovviamente, ispirandosi alla "Histoire des Abdéritains" di Christoph Martin Wieland. Il libretto scoppietta di doppi sensi (più che evidenti) e allusioni goderecce. Mentre la musica, per l'ascoltatore accorto, cita e ritrita passaggi noti tratti da altre opere di Strauss ("Arianna a Naxos", tra l'altro). Insomma, una parodia posta dai ri-creatori sotto il segno di Aristofane a cui vogliono ispirarsi. Un gioco con la tradizione e con il teatro che era inizialmente previsto lo scorso anno come contro-altare al serissimo (quasi pomposo) "Cyrano de Bergérac" di Alfano che saltò a causa degli scioperi. Quest'anno, presentato come spettacolo a se stante, "L'ombre de l'âne" si rivela estremamente esile, forse fin troppo.`
La storia è presto raccontata. Struthion ha noleggiato un asino ad Antrax (un nome, un programma) e, a causa del caldo, approfitta dell'ombra che fa l'animale. Antrax gliela rifiuta e per questo lo trascina in tribunale. La storia finisce male. Ma per arrivare ad avere il cadavere dell'asino, bisogna passare per apparizioni di Batman, esposizioni generose di falli di plastica a mo' di cappello, avvocati in tacchi a spillo, segretari di sindacati sempre pronti alla rivolta e via delirando... René Koering firma questa regia piena di sorprese. E Mâkhi Xenakis fa del suo meglio per colorarla. In fondo, in questa commedia la musica è latitante. Ma va almeno salutata la professionalità duplice di cantanti/attori di Jean-Luc Viala e del convincentissimo Robert Expert.
Con una "Salomé" di Antoine Mariotte, rarità assoluta di questa produzione, il Festival girerà rapidamente pagina.
Interpreti: Youri Kissin, Jean-Luc Viala, Vincent Le Texier, Eric Freulon, Franck Cassard, Renaud Delaigue, Robert Expert, Gilles Yanetti
Regia: René Koering
Scene: Mâkhi Xenakis
Costumi: Mâkhi Xenakis
Orchestra: Orchestre National de Montpellier
Direttore: Juraj Valcùha
Coro: Choeur de l'Opéra National de Montpellier
Maestro Coro: Christophe Talmont
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