"I Capuleti e i Montecchi", bisogna riconoscerlo, non sono un'opera indispensabile. All'Opera invece l'hanno mandata allo sbaraglio, all'ultimo momento chiamando Sonia Ganassi, ottimo Romeo: ma quest'opera è molto compatta, non è fatta di momenti isolati, e l'exploit d'un singolo non poteva risolvere molto, dato che la direzione di Nello Santi mancava di coerenza e si faceva sfuggire la progressione drammatica di scena in scena e la particolare tinta di fondo di quest'opera. Tempi vivacissimi tiravano Bellini verso Rossini, sonorità bandistiche e ritmi caricati lo strattonavano verso il Verdi prequarantottesco. Ad ogni momento attacchi imprecisi, sbavature, squilibri dinamici. E nei concertati ognuno faceva da sé, i solisti si coprivano l'un l'altro, il coro copriva i solisti e l'orchestra copriva tutti.
Tornando ai cantanti, Adriana Marfisi ha cantato con garbo ma ha un timbro acidulo e acuti striduli, quindi addio magia del bel canto. Magari poteva essere accettabile come Giulietta di ripiego: infatti era prevista nel secondo cast, ma poi è stata promossa al primo (che Nello Santi sia suo padre non ha avuto influenza alcuna su questa decisione). Tebaldo era Francesco Piccoli, flebilissimo in una parte che in altri tempi l'Opera aveva affidato a Luciano Pavarotti. Franco De Grandis (Capellio) era l'ombra di se stesso. A posto Frano Lufi (Lorenzo). Regia di routine e scenografia anonima, consistente solo in una scalinata grigia, mossa però dalle belle luci caravaggesche di Patrizio Maggi. Applausi mesti.
Note: Allestiemnto del Teatro Massimo "Vincenzo Bellini" di Catania
Interpreti: Marfisi/Lamoris, Ganassi/Custer, Piccoli/Liberatore, De Grandis, Lufi
Regia: Roberto Laganà Manoli
Scene: Roberto Laganà Manoli
Costumi: Roberto Laganà Manoli
Coreografo: Silvana Lo Giudice
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Direttore: Nello Santi
Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma