L'orchestra è molto piccola; i corni e le trombe sono "naturali", quindi hanno suono morbido ma intonazione piuttosto incerta; il clavicembalo non solo accompagna i recitativi ma suona anche insieme all'orchestra, come faceva Mozart stesso. Enrique Mazzola ha infatti voluto preliminarmente dare un suono d'epoca alla sua orchestra, ma poi non si è fatto impastoiare dalle regole della prassi esecutiva "filologica" né dall'incipriato "stile mozartiano" e ha diretto "Così fan tutte" con grande libertà, in modo scatenato, con tempi velocissimi, ritmi scanditi, coloriti marcati. Insomma, senza lasciarsi sfuggire i momenti in cui Mozart apre squarci malinconici e prospettive più riflessive, ha visto "Così fan tutte" soprattutto come il punto d'arrivo dell'opera buffa settecentesca, a base di travestimenti, scambi di persona, equivoci, inganni e burle. Anche il terzetto femminile formato da Sandra Leupold (regia), Kathrin Hauer (scene e costumi) e Babette Hesse (drammaturgia, all'uso tedesco) ha punato sulla vivacità dell'azione, con una recitazione rapida, una comicità immediata e farsesca, continue entrate in scena di macchinisti per spostare qualche pezzo d'attezzeria. Ma hanno spinto lo sguardo anche dietro la patina comica: quando Don Alfonso vince la sua scommessa, in realtà è lui il perdente, perché si formano nuovamente due coppie d'innamorati, mentre lui resta solo nel gelo dei suoi sentimenti a stringersi infreddolito nel suo soprabito e a raccogliere i pezzi di tulle avanzati dalla cerimonia nuziale. La scenografia è la più semplice e la più affascinante che esista: le nude mura del palcoscenico d'un teatro d'epoca. I costumi sono moderni. ma l'epoca è indeterminata, forse più che il presente è il futuro, perché c'è un sospetto di Star Treck in quelle fogge strane e in quei tessuti grigio-argentei.
Gli interpreti sono giovani o giovanissimi, com'è nello spirito del Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano. Giovane è Annarita Taliento, che affronta con sicurezza le impegnative arie di Fiordiligi. Giovanissimi sono tutti gli altri, alcuni praticamente al loro debutto in palcoscenico: non hanno voci straordinarie e commettono varie piccole imprecisioni, ma l'approccio è quello giusto, naturale e scorrevole, senza sottolineature e pose melodrammatiche. Si sono distinti particolarmente Teuta Koço, una Despina che ha nella voce la malizia e il sorriso della soubrette dell'opera comica, e soprattutto Gabriele Nani, un Don Alfonso giovanissimo ma dall'à plomb già perfetto.
Insomma uno spettacolo giovane, semplice, divertente, che il pubblico ha mostrato di gradire senza riserve.
Interpreti: Annarita Taliento, Maria Teresa Ulrich, Hubert Wild, José Montero, Teuta Koço, Gabriele Nani
Regia: Sandra Leupold
Scene: Kathrin Hauer
Costumi: Kathrin Hauer
Orchestra: Royal Northern College of Music di Manchester
Direttore: Enrique Mazzola
Coro: Coro del Cantiere 2003