Bruno Bartoletti, Renata Scotto e Adina Nitescu sono stati gli artefici del successo di "Madama Butterfly" l'opera pucciniana che ha chiuso la stagione del Carlo Felice. Incisiva la direzione di Bartoletti che negli ultimi cartelloni ha offerto alcuni degli spettacoli migliori visti nel teatro genovese. Interessante la prova di Adina Nitescu ben "consigliata" da una Cio-Cio-San storica come Renata Scotto.
"Madama Butterfly" ha chiuso, ieri sera, la stagione del Carlo Felice di Genova. Epilogo festoso di una stagione sofferta, contrassegnata da una crisi gestionale alquanto grave che nei prossimi giorni dovrebbe essere sbloccata con l'insediamento del nuovo consiglio d'amministrazione. Artefice principale del successo dell'opera pucciniana, Bruno Bartoletti. Il direttore toscano ha regalato una straordinaria lettura per incisività drammatica, eleganza lirica, compattezza espositiva. Una esecuzione in crescendo con un avvio un po' in sordina, anche per qualche problema di spazi eccessivi sul palcoscenico. Poi Bartoletti ha preso per mano cantanti, coro e orchestra e li ha accompagnati in una interpretazione palpitante giustamente applaudita dal folto pubblico. L'allestimento era più o meno lo stesso di sei anni fa, ideato da Beni Montresor, scomparso prematuramente nei mesi scorsi. Lo ha ripreso Renata Scotto che ha mantenuto l'impianto generale, basato su una scena fissa, costruita su pochi elementi che suggeriscono gli ambienti. Il palcoscenico pressochè spoglio già nell'edizione di sei anni fa affidata a Daniel Oren aveva provocato squilibri fra voci e orchestra nel primo atto, qui aggravati da un cast non del tutto ineccepibile. La Scotto ha alle spalle una lunga frequentazione del personaggio di Cio-Cio-San. Nella sua regia ha naturalmente fatto tesoro della propria esperienza di cantante, lavorando sui personaggi con forte senso drammatico, insistendo sulla figura della deliziosa giapponesina affidata alla voce e alla freschezza di Adina Nitescu. Ha, ancora, variato le luci mantenendo toni caldi e soffusi: l'azzurro, il rosa oltre al bianco finale simbolo della morte. La Nitescu ha piacevolmente sorpreso. Cantante dalle indubbie doti vocali, con una buona presenza scenica e una verve drammatica espressa pienamente a partire da "Un bel dì vedremo" fino all'epilogo. Al suo fianco si è apprezzata Francesca Franci nel ruolo di Suzuki. Perplessità invece per il Pinkerton non particolarmente espressivo di Fabio Sartori e per lo Sharpless di William Stone, troppo spesso soffocato dallo strumentale. Bene il coro diretto da Giovanni Andreoli.
Interpreti: Sartori, Nitescu, Franci, Stone
Regia: Beni Montresor, ripr. da Renata Scotto
Scene: Beni Montresor
Costumi: Beni Montresor
Orchestra: Orchestra del Teatro Carlo Felice
Direttore: Bruno Bartoletti
Coro: Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro Coro: Giovanni Andreoli
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Federico Maria Sardelli e il sopranista Bruno de Sá per un programma molto ben disegnato, fra Sturm und Drang, galanterie e delizie canore, con Mozart, da giovanissimo a autore maturo, come filo conduttore