Adam non è Bizet
Non è la Carmen, è solo il Toreador, tipico prodotto dell'opéra comique della metà del diciannovesimo secolo, leggero, elegante e frivolo
Recensione
classica
Un opéra comique d'ambiente spagnolo, che ha per protagonista una donna molto affascinante contesa tra un toreador e un giovane dabbene che diserta per seguirla: ma non è la Carmen di Bizet, è il Toreador di Adam e per risolvere la situazione non si ricorre a un coltello ma a un ménage à trois. Questo finale, che sarebbe stato improponibile nella bigotta Italia del 1849, doveva apparire piuttosto audace anche nella libertina Parigi ma ogni attentato alla morale veniva comunque evitato, perché i personaggi non hanno consistenza reale e non sono altro che maschere, eredi della Colombina, del Pantalone e dell'Arlecchino della commedia dell'arte, come i loro stessi nomi rivelano piuttosto chiaramente. Insomma, è soltanto un divertimento inoffensivo, come inoffensiva è la musica di Adam, che talvolta è frizzante come una coppa di champagne, ma più spesso va giù come un bicchier d'acqua, rinfrescante ma non certamente inebriante. Un tipico prodotto parigino, leggero fino alla frivolezza, ma sempre elegante, con qualche reminiscenza di Rossini e qualche anticipazione di Offenbach nel gusto per il comico assoluto e per la parodia delle forme. Il piccolo chiostro dell'ex-convento è stato ricoperto da tappeti erbosi, pergolati e fiori, ma la Spagna rigorosamente finta di cui si parla nel Toreador sarebbe stata senz'altro più divertente di quest'ambientazione arcadica. Comunque la regia di Jo Davies è riuscita a dare la necessaria animazione a questa vicenda esilissima e improbabile, basata su tre soli personaggi. Coralina era Donna Bateman, fresca e maliziosa (in questo la presenza scenica la aiutava non poco). Darren Abrahams accentuava gli aspetti comici di Tracolino più che quelli del tipico primo amoroso. Wyn Pencarrig vestiva i panni di Don Belfiore, di cui la regia ha fatto non un caricaturale toreador da operetta ma un borghese in giacca e panciotto. La loro pronuncia non era perfetta, ma si poteva egualmente apprezzare l'ottima traduzione di Adam Pollock e Stefano Adami, che sono riusciti a conservare la frizzante leggerezza dell'originale francese anche in una lingua molto più sonora e corposa come l'italiano. La direzione di Stephen Higgins era colorita ma in qualche momento un po' più di vivacità ritmica sarebbe servita a mettere un po' di sale nella musica di Adam.
Interpreti: Bateman, Pencarrig, Abrahams
Regia: Jo Davies
Scene: Gemma Fripp
Orchestra: Orchestra di Musica nel Chiostro
Direttore: Stephen Higgins
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