Bolena senza orchestra

Proteste a Firenze

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L'orchestra era in sciopero, ma Anna Bolena è andata in scena lo stesso per la prevista replica pomeridiana domenicale del 18 marzo che segnava il tutto esaurito. Boati di protesta hanno accolto l'annuncio dato dalla sovrintendente Francesca Colombo che la recita si sarebbe svolta senza l'orchestra, con il pianoforte (ma a quel che ci risulta anche il coro era a ranghi ridotti): è parso evidente che gran parte del pubblico non era affatto a conoscenza di ciò che gli si propinava, giacché la dirigenza del Maggio, forse confidando su un rientro dello sciopero all'ultimo momento, non aveva emesso comunicati stampa al riguardo limitandosi a darne notizia sul web. Al pianoforte c'era Andrea Severi, Roberto Abbado, che aveva diretto splendidamente la prima di giovedì, non si è prestato al gioco, e il teatro ha fatto ricorso al direttore Andrey Yurkevych. Alla fine grandissimo successo per Mariella Devia e Sonia Ganassi e per lo spettacolo davvero bello, ma anche molto malcontento nel pubblico. Sorprendentemente c'erano macchinisti e tecnici dove la CGIL è maggioritaria. Eppure nell'ultimo anno soprattutto quella componente dei dipendenti del Teatro del Maggio si era mostrata particolarmente critica nei confronti della Colombo e del suo staff. Insomma continua il gioco delle parti fra artisti (orchestrali in particolare dove la Fials è egemone) e tecnici, in cui gli uni e gli altri si avvicendano nel ruolo di "cattivi" agli occhi del pubblico. Eppure, se c'è un momento in cui i dipendenti, artisti e tecnici, dovrebbero ritrovare la più ampia unità d'azione, è questo, se davvero si vogliono creare condizioni diverse. Ma ora sono quelli della Fials a pensare che bisogna dare la spallata alla Colombo perché il problema è lei, come quelli della CGIL affermano da tempo, più o meno apertamente o in camera caritatis. E allora ? questioni che si intrecciano purtroppo anche con la politica visto che la nomina della Colombo è stata fortemente voluta da Matteo Renzi. All'ultimo cda di giovedì scorso il sindaco di Firenze nonché presidente della Fondazione ha dichiarato che chiederà l'apertura dello stato di crisi dell'azienda per favorire l'esodo di almeno cinquanta lavoratori ((da notare che quel cda è stato in forse fino all'ultimo momento per l'assenza dei membri rappresentati di amministrazioni locali coinvolte direttamente in qualità di soci fondatori: un segno forte, ci sembra, di disconoscimento nei riguardi dell'attuale assetto). Sciopero perché ? Ecco il motivo: nonostante che i lavoratori avessero già ceduto il loro TFR per il risanamento del teatro, si chiede un ulteriore pesante sacrificio con la rinuncia all'"integrativo" sullo stipendio di tutti i diipendenti del Teatro, cifra variabile ma che per alcuni professori d'orchestra, secondo i calcoli Fials, arriva a qualcosa come 11.500, comunque per tutti una voce sostanziosa rispetto alla tipica e ben nota esiguità dello stipendio base in Italia. "Abbiamo visto il bilancio preventivo 2012 dove il risparmio ipotizzato di quattro milioni sui costi d'esercizio è tutto sulle spalle dei dipendenti a fronte di un costo della dirigenza che secondo i nostri calcoli si aggira sul milione e novecentomila euro", dice il rappresentante Fials, l'oboista Marco Salvatori, "noi, per quel che ci riguarda, abbiamo proposto di forfettizzare al minimo la cosiddetta "indennità d'esecuzione" in modo che il teatro potesse triplicare la produzione senza spendere una lira, ma la nostra proposta non è stata presa in considerazione". All'inizio eravate voi quelli possibilisti nei confronti della gestione Colombo, cos'è successo ? "E' successo che non si sono visti i risultati. C'è un deficit di 30 milioni di euro e i famosi grandi sponsor che dovevano arrivare non si sono visti. C'erano stati risultati confortanti al botteghino, ma il manager che li aveva realizzati, Lorenzo Pestellini, non c'è più (alla scadenza del contratto non ha rinnovato e se ne è andato a lavorare altrove, NdR), e ce ne siamo accorti subito visti i vuoti in platea per alcuni dei concerti per l'apertura del Nuovo Teatro. Il management non si è dimostrato all'altezza, eppure in passato questo teatro è stato diretto da persone che hanno fatto la storia del teatro d'opera in Italia. Del resto basterebbe che Renzi guardasse com'è un teatro che funziona, poniamo Zurigo, che organico ha, distribuito come, quanto produce ? intanto ci prepariamo a scendere giù nella gerarchia FUS anche perché il 2011 per noi è stato un anno di tournées, dal Giappone (in sfortunatissima coincidenza col terremoto) a mezza Europa, e questo per le valutazioni del FUS non conta". E questo famoso studio della Bocconi commissionato dalla Colombo che dimostrerebbe che la produttività è aumentata ? "Mah... voi del pubblico e della stampa avete l'impressione che sia aumentata ?" Tutto il contrario, a dire la verità. "Eravamo disposti a fare il sacrificio di forfettizzare l'indennità di esecuzione", ribadisce Salvatori, "ma la nostra proposta è stata ignorata, ed eccoci qui a prendere pesci in faccia dal pubblico, una cosa che personalmente mi strazia perché il pubblico è la mia vita. Ma non possiamo andare avanti così". Elisabetta Torselli

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