Cronache dalla Valle d'Itria 5

Tutta la città in festival

Recensione
classica
Esiste un orario per i concerti? Si direbbe di no, visto il successo dei concerti “fuori orario”, appunto, a Martina. Non è solo il caldo a stanare residenti e turisti sino a tardi. A mezzanotte non c’è il premio del sorbetto offerto al pubblico delle cinque, eppure quelle fugaci incursioni notturne nel repertorio barocco sono seguitissime da chi, assicura, dopo un po’ di musica così, va a letto più sereno. Il fortunato esito di quest’idea ha convinto la direzione del festival ad animare con un fuori programma l’ultima settimana di programmazione, anche per premiare i fedelissimi che aspettano ormai l’ultimo titolo della Quarantunesima edizione: “Medea in Corinto” di Mayr diretta da Fabio Luisi (la generale, domani sera, è aperta gratuitamente agli under 30, e per accedervi basta solo prenotarsi al botteghino). L’iniziativa s’intitola “canta la città” ed è la metafora di questo festival che insegna anche con la musica l'arte dell’accoglienza. Da domani al 3 agosto, per quattro volte al giorno, nei luoghi più significativi del centro storico, dopo le 19, si assisterà a sorprendenti incursioni di teatro urbano, tra canto e teatro a cura dei giovani dell’Accademia di canto Rodolfo Celletti coordinati da Fattoria Vittadini (premio Abbiati 2015 proprio per il lavoro svolto a Martina lo scorso anno). I passanti saranno coinvolti a loro insaputa in performance di teatro e musica che portano il Valle d’Itria sempre più dentro la città e sempre più vicino al pubblico. I luoghi sono top secret, ma basta girare per i vicoli per vivere la sorpresa. Domani il festival mette in scena l’operina per i bimbi “C’era una volta Re Tuono”, di Daniela Terranova, compositrice in residenza a Martina da tre anni, sul testo di Fabio Ceresa e liberamente tratta dalla favola “Re Tuono” di Luigi Capuana. L’opera è un singspiel dedicato ai bambini, il cui allestimento rientra nel progetto “Bambini…all’Opera” della Fondazione Paolo Grassi. Accanto a tre cantanti-attori adulti, in scena agisce pure un coro di voci bianche: sono i ministri del re. L’organico strumentale, un quartetto d’archi col pianoforte, accompagna un breve lavoro pensato come medley di canzoncine popolari, facili da intonare oltre che da riconoscere.

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