Sul "Guardian" del 6 novembre 2013 Philip Clark è intervenuto polemicamente attaccando il direttore d'orchestra Valery Gergiev per il suo feeling con il presidente russo Vladimir Putin, in occasione di un concerto al Barbican della London Symphony Orchestra.
L'attivista per i diritti umani Peter Tatchell era salito sul palco prima del concerto per fare un discorso che denunciava il sostegno a Putin del Principal Conductor della orchestra londinese: «Gergiev è un grande direttore d'orchestra - ha detto Tatchell -, ma è colluso con un tiranno e mostra poco rispetto per la libertà e l'uguaglianza». Una organizzazione per i diritti degli omosessuali ha interrotto una performance di Gergiev alla Carnegie Hall di New York ai primi di ottobre, in seguito ad alcuni commenti filo-legislazione russa anti-gay rilasciati da Gergiev a un giornalista olandese. «Dopo che i membri della band punk Pussy Riot sono stati imprigionati per una plateale protesta anti-Putin nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca nel febbraio 2012 - ha scritto Clark -, Gergiev è riuscito solo a dire che la band «è motivata soltanto dall'autopromozione e dall'interesse a guadagnare sempre più milioni». Clark sostiene che le azioni politiche hanno anche conseguenze musicali e si chiede che credibilità abbia un direttore d'orchestra che appoggia la repressione del dissenso democratico e delle pratiche omosessuali come interprete di Šostakovic e Cajkovskij. Vladimir Medinsky, Ministro della Cultura russa, ha dichiarato che Cajkovskij non era gay, ma semplicemente «una persona senza famiglia».
Gli orchestrali della London Symphony hanno postato un tweet in cui si dissociavano dalle opinioni personali del direttore e Gergiev ha diffuso un comunicato in cui negava di aver sempre sostenuto la legislazione anti-gay, precisando di sentirsi «un artista impegnato per la musica e l'arte».
Clark conclude il suo articolo dichiarando a scanso di equivoci di essere un quarantenne felicemente sposato, eterosessuale e con i figli, e che questa condizione non gli impedisce di battersi contro le discriminazioni di ogni tipo.
L'attivista per i diritti umani Peter Tatchell era salito sul palco prima del concerto per fare un discorso che denunciava il sostegno a Putin del Principal Conductor della orchestra londinese: «Gergiev è un grande direttore d'orchestra - ha detto Tatchell -, ma è colluso con un tiranno e mostra poco rispetto per la libertà e l'uguaglianza». Una organizzazione per i diritti degli omosessuali ha interrotto una performance di Gergiev alla Carnegie Hall di New York ai primi di ottobre, in seguito ad alcuni commenti filo-legislazione russa anti-gay rilasciati da Gergiev a un giornalista olandese. «Dopo che i membri della band punk Pussy Riot sono stati imprigionati per una plateale protesta anti-Putin nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca nel febbraio 2012 - ha scritto Clark -, Gergiev è riuscito solo a dire che la band «è motivata soltanto dall'autopromozione e dall'interesse a guadagnare sempre più milioni». Clark sostiene che le azioni politiche hanno anche conseguenze musicali e si chiede che credibilità abbia un direttore d'orchestra che appoggia la repressione del dissenso democratico e delle pratiche omosessuali come interprete di Šostakovic e Cajkovskij. Vladimir Medinsky, Ministro della Cultura russa, ha dichiarato che Cajkovskij non era gay, ma semplicemente «una persona senza famiglia».
Gli orchestrali della London Symphony hanno postato un tweet in cui si dissociavano dalle opinioni personali del direttore e Gergiev ha diffuso un comunicato in cui negava di aver sempre sostenuto la legislazione anti-gay, precisando di sentirsi «un artista impegnato per la musica e l'arte».
Clark conclude il suo articolo dichiarando a scanso di equivoci di essere un quarantenne felicemente sposato, eterosessuale e con i figli, e che questa condizione non gli impedisce di battersi contro le discriminazioni di ogni tipo.