Il divo Kaufmann star a Napoli

Il tenore "canta Napoli"

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Il 12 settembre è stato il giorno di Jonas Kaufmann, il divo, la star del mondo dell'Opera di oggi, a Napoli. "Kaufmann canta Napoli, Il Tenore più famoso al mondo e il fascino della melodia", così ha titolato il quotidiano di Napoli Il Mattino dedicando all'evento ben quaranta pagine di speciale. L'invito al tenore è stato proprio dello storico quotidiano napoletano che da un anno collabora con il teatro di San Carlo, affiancati dal Giffoni Film Festival - Giffoni experience, in un evento sempre diverso dal titolo "Il Senso del Mattino". Un successo assicurato.

Bello che Kaufmann sia ritornato al Teatro di San Carlo in cui debuttò nel 2004, nell'oratorio di F. J. Haydn La Creazione diretta da Semkov, e nel ruolo di Uriel, un programma di nicchia, interpretato con risultati prodigiosi, teatrale, autentico e coinvolgente. Serata diversa invece questa, dove di cantare forse non c'è stato veramente verso, o meglio, è stata una faticaccia per la voce e, per chi si aspettava una vera e propria liederabend, anzi una neapolitanische Lied, un'amara delusione. Si perché metà del teatro stracolmo era di appassionati d'opera, oltre alla cornice politica, pure illustre: Renzi, De Luca, De Magistris, perfino il cardinale Sepe - che ha mandato non poco in tilt il già frenetico traffico cittadino; ed alla cornice mondana ma musicale, vado a memoria: la Fracci, i fratelli Bennato, Arbore ecc. da sottolineare Jessica Pratt, forse unica vera diva che conti in un teatro lirico; il coté degli appassionati merita qualità, i napoletani di musica se ne intendono, e lo dico in senso letterale, senza alcuna enfasi. Figuriamoci quando ci si cimenta in tale repertorio di canzoni napoletane.

Già dal mattino del gala, per gli allievi dei quattro conservatori della Campania, Napoli, Avellino, Salerno e Benevento, era stata riservata una prova aperta e conversazione con il tenore con l’intento di dedicare loro un momento di alta formazione, offerto con filantropica generosità dagli Amici Napoletani di Jonas Kaufmann, guidati da Mariella Pandolfi. E dopo più di due ore di conversazione, di cui una trascorsa per rispondere alla prima domanda, solo a séguito di un'estenuante richiesta del pubblico di appassionati, il tenore ha cantato finalmente "Non Ti scordar di me". Spesso in una master il musicista, quando non riesce a spiegarsi con le parole su di un passaggio in questione va direttamente al dunque con un esempio pratico. Di indubbio interesse comunque la conversazione su vari temi: come nascondere tecnicamente i passaggi di registro, cantare in piena voce, la varietà del repertorio, i vocalizzi, corpo, postura ecc. Ed anche qui Kaufmann si è confermato un grande professionista - chi scrive lo aveva ascoltato l'ultima volta, e recensito su questo sito, all'Opera Bastille in Faust nel 2015. Superbo.

A fine serata Kaufmann canta quattro canzoni e due bis. Al pianoforte il bravo Stellario Fagone. Bene per piglio dell'interpretazione in "Parlami d'Amore Mariù", l'articolazione esatta e l'effetto a mezza voce in pianissimi è legato, poi a poco a poco la voce scompare. Poca invenzione del suono ed il fraseggio ne risente in "Partono le Rondini" e "Parla Più Piano". Lascia perplessi la pronuncia in "Torna a Sorrento" a volte, ma è un dettaglio anche a Pavarotti succedeva. Già in Core 'ngrato Kaufmann a tratti irriconoscibile. Si scusa: "ho parlato troppo oggi". In effetti la serata era cominciata alle 20 con una ouverture dell'orchestra del San Carlo ben diretta da Maurizio Agostini in "Funicoli Funiculà" (1907) nella versione orchestrale di Rimskij-Korsakov, con poche variazioni, molto più ripetitiva dell'originale. Intanto gran suono dell'orchestra, poderoso nella suite "Canti del Golfo di Napoli" (1953) di Renzo Rossellini. Il tutto con proiezioni di immagini curate da Mimmo Paladino, inframmezzato da testi di Ruggiero Cappuccio, "Cosmogonia dei Canti", "Il Senso dei Suoni", recitati da Claudio Di Palma, in cui si fa di tutto per evocare la seduzione di Napoli, il Vesuvio, il mare, il vento, poi si accostano le villanelle, poi si cita Pergolesi, Paisiello, la chitarra battente ecc. e chi più ne ha più ne metta. È il direttore de "Il Mattino", Alessandro Barbano, in seguito, il timoniere incantato della successiva intervista al tenore incentrata sui suoi studi e carriera con video proiezioni di sue performance a Monaco, Londra, Salisburgo ecc. su tutte Pagliacci di Leoncavallo, fuori da mille cliché, magistrale.

Perché è venuto veramente a Napoli allora Kaufmann? Al centro, il suo nuovo disco Dolce Vita, edito da Sony Classical, in una gran bella festa de "Il Mattino".

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