Verdi, Bellini e Stravinsky: tre volte Gatti all’Opera
Presentata dal sovrintendente Fuortes la prossima stagione del teatro romano
La presentazione della stagione 2019-2020 del Teatro dell’Opera di Roma ha avuto inizio con quarantacinque minuti di ritardo per attendere l’arrivo della sindaca Raggi e, come sempre, si è aperta con i soliti rituali di queste occasioni: i ringraziamenti, le rivendicazioni dei grandi progressi compiuti negli ultimi anni, le dichiarazioni di fiducia in ulteriori grandi progressi, ecc. Molto bello, se non fosse tutto molto generico, senza un solo dato concreto a suffragare tanto ottimismo. Ed è non solo bello ma meraviglioso che, nonostante le note difficoltà delle fondazioni liriche, non ci sia neppure un piccolissimo problema, una piccolissima ombra.
Solo le voci, per altro incomprensibili, di alcuni dipendenti del teatro provenienti dal fondo della sala hanno cercato di turbare la festa. Perché in fin dei conti, sbrigati i soliti rituali, si è trattato di una festa, in quanto la stagione annunciata dal sovrintendente Carlo Fuortes lascia sperare molto bene. Innanzitutto c’è da festeggiare l’arrivo di Daniele Gatti, che dopo aver inaugurato la stagione per tre volte consecutive, ha finalmente accettato la direzione musicale del teatro, con un incarico triennale. Il 10 dicembre inaugurerà la stagione con Les Vêpres siciliennes e a gennaio dirigerà I Capuleti e i Montecchi: a proposito dell’opera di Bellini, il direttore milanese ha dichiarato che è sua intenzione tornare a dirigere più spesso, dopo averle accantonate per molti anni, le opere del “belcanto”. Il terzo titolo di Gatti sarà The Rake’s progress nell’ottobre del 2020 e nello steso periodo dirigerà anche – in forma di concerto – un altro lavoro di Stravinsky, OedipusRex. A Gatti saranno abbinati tre registi che hanno approcci all’opera molto diversi l’uno dall’altro, ovvero Valentina Carrasco, Denis Krief e Graham Vick.
Le altre accoppiate direttore/regista sono James Conlon/Robert Carsen per Evgenij Onegin, Alejo Pérez/Ai Weiwei per Turandot, David Robertson/Richard Jones per Katia Kabanova, Roberto Abbado/Damiano Michieletto per Luisa Miller, Bertrand De Billy/Emilio Sagi per Carmen. Cinque sono i nuovi allestimenti, compresi i tre con Gatti sul podio. La Turandot è affidata a Ai Weiwei, notissimo regista, architetto, designer e last but not least attivista politico cinese; a proposito di questa sua regia, che segnerà il suo debutto nel mondo dell’opera, ha affermato che sarà “la lirica immersa nella contemporaneità: le lotte culturali e politiche del presente rappresentate attraverso la storia di Puccini”. Viene considerato un nuovo allestimento anche quello della Carmen, ma regia, coreografia, scene e luci sono quelle dell’edizione già vista a Roma nel 2014 e a cambiare saranno solo i costumi, firmati questa volta dalla maison Fendi: dopo “La Traviata di Valentino” avremo così “La Carmen delle Fendi”, cui auguriamo la stessa fortuna delle Traviata, che continua ad essere replicata molte volte ogni anno – e così sarà anche nel 2020 - a teatro sempre pieno.
I cast sono mediamente di ottimo livello. Il direttore artistico Alessio Vlad ha sottolineato che – invece di affidarsi a qualche divo, che magari alla prova dei fatti non è all’altezza delle attese - ha ha spesso preferito rivolgersi a cantanti al loro debutto nel ruolo, non inquinati dalla routine, così non bisogna passare buona parte delle prove a correggere le cattive abitudini. Come cast tipico si può citare quello dei Vêpres: Roberta Mantegna, John Osborn, Roberto Frontali, Michele Pertusi. Tra gli altri artisti da segnalare Daniela Barcellona, Anna Pirozzi e Amber Wagner (le due Principesse Turandot), Gregory Kunde, Chen Reiss, Markus Werba… e qui ci fermiamo.
Resta da dire del debutto di Myung-Whun Chung all’Opera (ma solo con un concerto: Messa da Requiem di Verdi), dei cinque spettacoli di balletto, delle tre opere alle Terme di Caracalla nel 2020 (Aida, Barbiere di Siviglia, Vedova allegra) e infine dello spettacolo inaugurale della stagione 2010-2021, La clemenza di Tito con la regia di Mario Martone e ovviamente Gatti sul podio.
Qui il programma completo
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