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Il rapporto annuale di Federculture
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Roma, Sala del Conservatorio "Santa Cecilia". La presentazione dell'undicesimo rapporto annuale Federculture ha trovato in questo contesto musicale collocazione quanto mai appropriata: le riflessioni e le esortazioni che Roberto Grossi - Presidente della Federazione nazionale che raggruppa vari soggetti pubblici e privati che gestiscono i servizi legati alla cultura, al turismo, allo sport e al tempo libero - ha sottoposto all'attenzione dei presenti, costituiscono infatti un puntuale e ostinato 'ritornello' che si ripete ormai da troppi anni. «La crisi che attraversa il nostro Paese è economica ma le ragioni sono culturali, quindi la medicina non può che essere culturale» - ha ripetuto Grossi, preoccupato non solo dei dati raccolti sulla situazione della cultura, ma anche del crescente astensionismo confermato nel corso delle ultime elezioni amministrative, «segnale di una democrazia progressivamente disabilitata». La spesa in cultura e ricreazione delle famiglie italiane è tornata a crescere, segna un incremento del 2%, ma l'astensione complessiva dalle attività culturali è a ridosso del 20%, come dire che un quinto degli italiani non partecipa ad alcuna attività. Il dato però, per quanto riguarda i concerti di musica classica sale vertiginosamente dal 20 all'80%. «Bisogna tornare a produrre Cultura - ha esortato Grossi - Il nostro rapporto ci dice che gli eventi sono diminuiti e una riduzione dell'offerta è preoccupante, perché oggi si incide sulla quantità ma si rischia di influire un domani pure sulla qualità». Un appello generale di forte impatto che mira ad evitare inutili lamentazioni e piuttosto invita tutti i soggetti a raccogliere le idee e rimboccarsi le maniche, partendo dai non pochi esempi positivi e virtuosi che comunque il panorama culturale italiano continua ad offrire. Viene richiesto però un cambiamento nelle politiche, negli investimenti e nelle norme che regolano tanti aspetti delle attività culturali. «Occorre investire in cultura, ripartire dalla formazione, dare prospettive alle nuove generazioni - ha continuato Grossi - ma anche seguire nuove strategie di comunicazione per intercettare il turismo in constante aumento, specie quello straniero». Oltre alla corposa relazione del Presidente di Federculture, da registrare l'intervento del Presidente della Rai, Gubitosi, che ha informato della recente adesione dell'azienda radiotelevisiva a Federculture, e quello del Ministro Franceschini (Mibac). Quest'ultimo ha sottolineato lo stop alla riduzione delle risorse pubbliche nei confronti della cultura da parte dell'attuale Governo, invitando a guardare alcuni risultati già raggiunti nella valorizzazione del patrimonio culturale e confermando il proprio impegno a convincere tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti sulle possibilità di crescita che la cultura può offrire al nostro paese. Fanno parte del 'ritornello' anche queste speranze che vengono annualmente generate, sarà la volta buona affinché la musica cambi sostanzialmente?
Giorgio Cerasoli
Giorgio Cerasoli
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