Da Spoleto un messaggio di speranza: annunciato il programma 2020
L’Orfeo riletto da Berio, la nuova opera da camera di Silvia Colasanti, le celebrazioni beethoveniane e tanto altro al Festival dei 2 mondi, dal 26 giugno
Mentre tutti i grandi festival europei di primavera, musicali e non, posticipano o annullano le proprie date, il Festival dei 2 mondi di Spoleto manda un segnale di ottimismo o piuttosto di speranza e annuncia sul proprio sito il programma della propria sessantatreesima edizione, che andrà (intenzionalmente in tutto l’articolo non comparirà un solo condizionale) dal 26 giugno al 12 luglio 2020.
«Abbiamo lavorato per offrire al pubblico diciassette giorni di grande spettacolo – dice il direttore Giorgio Ferrara – ed è mio desiderio comunicare il nostro programma in questo momento di grande angoscia per l'Italia e il mondo intero. Spero possa contribuire a risollevare qualche animo e a dimostrare che lo spettacolo e la cultura non si fermeranno mai. Con l'auspicio che la città di Spoleto possa anche quest'anno aprire i suoi palcoscenici all'arte in tutte le sue forme, è un piacere per me informare anche che tutti gli artisti e le compagnie previste continuano a esprimere la loro volontà di esserci».
Come di consueto sarà l’opera ad aprire il festival, questa volta con un imponente spettacolo in Piazza del Duomo: una rilettura dell’Orfeo di Monteverdi composta da Luciano Berio nel 1984 e andata in scena nel cortile di Palazzo Pitti a Firenze: Ferrara ha chiesto a Pier Luigi Pizzi, che ne curò la regia, di ricreare quello spettacolo adattandolo al meraviglioso scenario della piazza spoletina.
Seguirà Melologo per orchestra, coro e voce recitante, tratto dalle Eroidi di Ovidio, terza delle opere da camera su soggetto mitologico che il Festival ha commissionato in tre anni a Silvia Colasanti.
Il formidabile duo musicale statunitense delle CocoRosie, formato dalle sorelle Bianca e Sierra Casady, porterà in scena The Pilot and the Ballerina, una nuova “opera” da loro composta, con le coreografie di Ira Anufrieva.
Altra opera sui generis è Maria de Buenos Aires, l’opera-tango di Astor Piazzolla, che ci trasporta nei meandri dell’anima della bella Maria, "regina del Rio della Plata", con il Ballet de l’Opéra National du Rhin e La Grossa - Tipica Orchestra della Maison de l’Argentine.
L’intramontabile Ute Lemper porta poi il suo recital Songs from the broken heart, in cui interpreta canzoni su testi di Bukowski e Coelho e i vecchi, grandi successi di Ferré, Brel, Cave, Waits, Glass e Weill.
Verranno adeguatamente celebrati i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven. Nel concerto finale in Piazza del Duomo James Conlon dirigerà la Quinta e la Settima Sinfonia con l’Orchestra Giovanile Italiana. Uno spettacolo particolare, tra la “sfilata” e il balletto, sarà Le creature di Prometeo, con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni, con i costumi originali di Roberto Capucci. John Neumeier con i suoi 100 ballerini dell’Hamburg Ballet porterà uno balletto concepito sulle note dell’Eroica, che unisce frammenti di musica e suggestioni emotive basate sulla biografia di Beethoven, in una singolare combinazione di danza, musica per pianoforte e musica sinfonica. In Beethoven, la musica della vita Corrado Augias insieme al pianista Giuseppe Fausto Modugno ci porta a riflettere sulla vita del compositore.
La sezione musica comprende anche i tradizionali Concerti di Mezzogiorno e Concerti della Sera, di cui saranno protagonisti giovani talenti provenienti dai maggiori conservatori italiani, in collaborazione con il Miur.
Per la danza, oltre agli spettacoli già menzionati, ci sarà anche il San Francisco Ballet.
Molto ricco il cartellone della prosa, di cui ci limitiamo qui a segnalare alcuni protagonisti, come Amos Gitai, Emma Dante e Romeo Castellucci. Una segnalazione a parte merita Maria Callas. Lettres et mémoires: Monica Bellucci ricorda la celebre soprano attraverso lettere che spaziano dal 1946 al 1977, guidandoci in un percorso esistenziale che dal debutto in sordina giunge fino alle vette della fama e agli ultimi solitari anni.
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