Yo La Tengo: musica per un mondo stupido

This Stupid World è il nuovo album del trio, baluardo dell’indie rock statunitense

Yo La Tengo
Disco
pop
Yo La Tengo
This Stupid World
Matador
2023

In attività dal 1984 e da tre decenni nella formazione attuale, composta da Georgia Hubley, Ira Kaplan e James McNew, gli Yo La Tengo sono un’istituzione dell’indie rock statunitense decentrata a Hoboken: culla del baseball (il nome che si sono dati deriva dall’aneddotica di quello sport) e di Frank Sinatra.

È ambientata nel viale sul lungomare dedicato dalla cittadina del New Jersey a The Voice l’ouverture dell’album numero 17 della serie, una seduta d’ipnosi lunga più di sette minuti con ritmo incalzante da motorik in stile Neu!, fragore di chitarra alla Sonic Youth e canto suadente, culminante nel fulcro epigrammatico del ritornello: “Finché tutti collassiamo”.

Dopo “Sinatra Drive Breakdown” arriva “Fallout”, ballata dal portamento classico, il nocciolo della quale enuncia un’intenzione: “Voglio cadere fuori dal tempo, tornare indietro, rilassarmi prima che diventi sovrastante e mi metta al tappeto”.

Più elettrico e nervoso del pacificato There’s a Riot Goin’ On (2018) e successivo al momentaneo oblio lessicale che aveva reso strumentale We Have Amnesia Sometimes (2020), This Stupid World è frutto di semplificazione: il trio l’ha prodotto in proprio, senza troppi orpelli, emulando un’essenzialità da concerto e badando al sodo («Cerchiamo solo di fare della musica che ci piaccia», ha dichiarato Kaplan a Guitar.com).

Nel brano omonimo, affiorando a fatica dal caotico rumorismo circostante, degno dei Velvet Underground di “European Son” (i tre ne avevano indossato del resto i panni nel film del 1996 Ho sparato a Andy Warhol), la voce recita: “Questo mondo stupido mi sta uccidendo, questo mondo stupido è tutto ciò che abbiamo”.

Intervistato da “Pitchfork”, lo stesso Kaplan ha spiegato a proposito del titolo: «Riguarda l’umore che abbiamo, che io credo coinvolga tutti, persino le persone distanti da noi mi pare possano condividerlo». All’apparenza, dunque, la narrazione mostra un profilo malinconico: benché seducente nel suo stralunamento semiacustico, “Until It Happens” affonda un colpo di grazia (“Preparati a morire, preparati finché c’è tempo”).

E in chiusura, a dispetto di un arredo sonoro confortante, i versi intonati armoniosamente da Hubley durante “Miles  Away” ne incupiscono il senso: “Gli oneri aumentano, distogli lo sguardo, il dolore s’insinua comunque”. Spetta a lei il microfono pure in “Aselestine”, elegia per un amore finito situata a un passo dal country: “Dove sei? Le droghe non funzionano come dicevi, l’orologio non ticchetta, non riesco a prevedere, non posso vendere i tuoi libri, anche se me lo avevi chiesto”.

Appena prima, però, fra le pieghe di “Tonight’s Episode”, il messaggio aveva altro tenore: “Se sto dicendo la verità sulla mia vita, e non è detto che lo stia facendo, non abbattermi con i tuoi consigli”, preludio a un nonsense gastronomico a base di shabu shabu e guacamole, cui fa eco in seguito l’esilarante susseguirsi di apparizioni celebri – Alice Cooper, Ray Davies e Rick Moranis, attore in Ghostbusters e La piccola bottega degli orrori – nel tormentato dormiveglia descritto in “Brain Capers”. Sta perciò nell’alternanza fra inquietudine e ironia il punto di equilibrio narrativo del disco, mentre sul piano musicale gli Yo La Tengo ridisegnano i tratti distintivi della propria fisionomia con sapienza da veterani: nel XXI secolo non si erano espressi ancora a questo livello.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

L'album di famiglia di Laura Marling

Il nuovo disco della cantautrice inglese Laura Marling nasce dall’esperienza della maternità

Alberto Campo
pop

Godspeed You! Black Emperor: un requiem per Gaza

Il nuovo lavoro della band canadese è ispirato al dramma del popolo palestinese

Alberto Campo
pop

L’anarchia sorridente di The Smile

Secondo album dell’anno per il trio di Thom Yorke e Jonny Greenwood, Cutouts è un inno alla libertà espressiva

Alberto Campo