Venerus potrebbe essere la cosa nuova del pop italiano
Magica musica di Venerus ha un titolo orribile e banale, ma contiene canzoni di qualità superiore
Prima o poi dovrà pur succedere. Dovrà succedere che un nome emerga dal mondo del nuovo indie italiano (che poi tanto indie non è, visto che le major sono ben attente a questa scena) e abbia riconoscimenti ben oltre l’universo circoscritto di (semplifichiamo) it-pop e trap, acquisendo una dignità artistica che la classificazione in queste categorie, a torto o a ragione, non consente. Sarà Venerus il vero apripista di questo processo?
Non abbiamo la sfera di cristallo, ma il minimo che si possa dire è che Magica musica ha un titolo orribile e banale ma contiene canzoni di qualità superiore. E dopo l’impatto clamoroso destato dall’esordio di MACE poche settimane fa, Venerus, che di MACE è partner artistico da tempo, ha tutte le carte in regola per fare il bis.
Un ascolto distratto potrebbe far pensare che l’album abbia un po’ il solito sound: basi armoniche fondamentalmente elettroniche o ad appannaggio di chitarre sussurrate, voce occasionalmente in autotune, ritmi in genere regolari ai confini dell’hip hop, eccetera. In realtà, il disco di Venerus risalta proprio in termini di scrittura, e la naturalezza con cui copre stili diversi, dal pop all’r’n’b, dal soul all’hip hop, sarebbe risultata sterile se a sostenerla non ci fossero state le canzoni.
Che sono troppe per essere menzionate tutte, soprattutto considerando la lunghezza inusitata – oltre un’ora – dell’album; citiamo comunque l’opener melodicamente perfetto di “Ogni pensiero vola”, “Fuori, fuori, fuori…” che ha una progressione sonora che ricorda il Battisti degli anni Settanta, “Una certa solitudine” con un mood decisamente cantautorale, “Solo dove vai tu”, un lento struggente su base ritmica sincopata, l’andamento beatlesiano di “Lucy” e la ben nota “Canzone per un amico”, uno dei pezzi più sentiti dell’anno passato, che musicalmente a tratti fa pensare a Lucio Dalla.
La sensazione diffusa è che Venerus abbia dalla sua un talento fuori dal comune; e se la credibilità si misura anche dalla qualità dei featuring, basti ricordare che a nomi tutto sommato prevedibili (oltre a MACE, che mette lo zampino un po’ ovunque, troviamo Gemitaiz in “Buyo”, Rkomi in “Namasté”, Frah Quintale in “Appartamento”) si aggiungono anche, a sorpresa, i Calibro 35 (in “Sei acqua”, un pezzo che potrebbe ricordare Calcutta).
Non può essere un caso: Magica musica potrebbe veramente essere la cosa nuova del pop italiano del 2021.