Un’inedita trilogia del Novecento italiano
La violoncellista Silvia Chiesa raccoglie in un disco i Concerti di Castelnuovo-Tedesco, Gian Francesco e Riccardo Malipiero
Sempre attenta a riscoprire il grande repertorio solistico per violoncello, Silvia Chiesa riporta alla luce tre concerti del Novecento italiano per Sony Classical, terzo episodio di un ampio progetto condotto dalla violoncellista milanese.
Un disco importante quanto necessario a giudicare dal contenuto, la prima registrazione mondiale del Concerto per violoncello e orchestra di Riccardo Malipiero accanto alla prima italiana del lavoro di Mario Castelnuovo-Tedesco, del quale ricorrono i cinquant’anni dalla morte, oltre al Concerto di Gian Francesco Malipiero. Un’operazione indispensabile che concorre a consolidare la statura di questi tre musicisti quanto ad arricchire i programmi concertistici, sottraendo queste composizioni all’oblio al quale il tempo le ha a lungo relegate per poterle ricollocare sui palcoscenici per i quali sono state pensate.
Solo così il Concerto di Castelnuovo-Tedesco, fuggito all’apparizione delle leggi razziali, giunge per la prima volta in Italia dalla New York che vide Toscanini sul podio e Pjatigorskij solista, dedicatario del monumentale lavoro. Colleghi, ma anche alcuni tra i più cari amici del compositore che insieme condivisero i palcoscenici più prestigiosi, in compagnia di Mainardi e Cassadó, dedicatari dei lavori di Gian Francesco Malipiero e del nipote Riccardo, alle cui doti tecniche e possibilità espressive si sono ispirate le opere presenti in questo disco. Lo rivela la musica di Castelnuovo-Tedesco, avviata da una vigorosa cadenza iniziale del violoncello, tesa a richiamare in gioco l’imponente orchestra in una scrittura che non rischia mai di soffocare la voce del solista. Al contrario, permette di riversarsi in spazi di più ampio respiro, impreziositi da raffinati quanto delicati impasti timbrici, sempre attenti a sostenere la cantabilità del violoncello perlopiù diretta sul registro medio acuto dello strumento ed elogiata dal caldo timbro di Silvia Chiesa.
Il Concerto di Gian Francesco Malipiero edifica l’ideale rapporto di compenetrazione del solista all’orchestra, evitando di affondare le radici nel virtuosismo più schietto pur di abbeverarsi nel dialogo instaurato dai vari strumenti, così nei movimenti veloci quanto nel Lento centrale.
Non deve infine ingannare la perseverante aderenza al sistema dodecafonico del nipote Riccardo, sui cui principi si struttura il suo Concerto. Un ascolto incondizionato è pronto a sorprendere anche l’orecchio più scettico innanzi alle possibilità liriche innescate e sul grado di coinvolgimento della sua musica.
Oltre a contribuire al rilancio di questi capolavori, Silvia Chiesa si misura con la complessità tecnico-strumentale di questa trilogia con la stessa preparazione e determinazione che si riserva alle opere nuove, consapevole di quanto l’impegno qui richiesto abbia inevitabilmente contribuito a cancellarne ogni traccia, calzando perfettamente il profilo stilistico di ognuna insieme all’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Massimiliano Caldi.