Un secondo giro di Velvet Negroni

Torna Jeremy Nutzam, alias Velvet Negroni, a quattro anni da Neon Brown

Velvet Negroni Bulli
Disco
pop
Velvet Negroni
Bulli
4AD
2023

Jeremy Nutzman, il musicista che si cela dietro l’appellativo di Velvet Negroni, ha pubblicato Bulli, il suo secondo album a distanza di quasi quattro anni dal precedente Neon Brown, ancora una volta per la prestigiosa etichetta britannica 4AD.

– Leggi anche: Chi è Velvet Negroni

Non tornerò sulla biografia di Nutzman, ne ho già scritto quando ho recensito il disco precedente, ma un aggiornamento è d’obbligo: all’epoca scrivevo che le sue frequentazioni con droghe e alcol erano terminate ma in realtà sembrano essere riprese, come Jeremy ammette nel brano “Georgia”, quando parla di «passare il tempo in giro per Reno, dentro e fuori gli strip club messicani alla ricerca di droghe».

La canzone, una delle vette dell’intera raccolta, è accompagnata da un video che mette insieme schizzi disegnati da Nutzman e animati da Tiffany Pritchett.

Jeremy Nutzman ha cambiato nome di scena così tante volte che saremmo perdonati se non ricordassimo più quello vero. In qualità di veterano della scena musicale di Minneapolis, i suoi gruppi e progetti hanno incluso Go Ask Alex, Germy, Nutz, Black Male and the Extortionist, Spider Baybie Raw Dog, Chelsea Boys, Pony Bwoy, Slapping Purses e Marijuana Deathsquads, e probabilmente la lista è incompleta.

Creato durante un periodo particolarmente tumultuoso della sua vita, caratterizzato da una frode bancaria, l’incendio della casa e il già citato abuso di droghe, non sorprende che Bulli rifletta la sua attuale condizione mentale. 

Bulli è irrequieto e spesso sovraeccitato ma, malgrado il periodo della sua vita da cui è emerso, dalle sue canzoni traspare un luccichio pop, una mescolanza tra frammentati paesaggi sonori con suoni elettronici leftfield, alt-rock, power pop, persino R&B delicato e hip-hop lucido e acuto.

Una cosa che ho scoperto recentemente è che la sua madre adottiva, oltre a costringerlo a suonare quotidianamente il pianoforte per almeno un’ora, gli ha trasmesso la passione per il pattinaggio artistico a rotelle, passione che diventa il fulcro del video diretto da Casey Anderson che accompagna la deliziosa “Sinker”, canzone uscita come singolo.

 «Cosa puoi dirmi di quel suono che trova veramente il favore del pubblico?». «Non so, prova a elaborare un’ipotesi». «È come se tu sia stato immerso in questa ricerca per trovare la libertà creativa e penso che tu l’abbia raggiunta in questo progetto».  «Vuoi sapere una cosa? Sono d’accordo con te» - Dialogo tra la giornalista Andrea Swensson e Velvet Negroni

Le canzoni di Velvet Negroni sono come bolle: senza peso, iridescenti e pronte a scoppiare in breve tempo. Dodici canzoni – sedici nella versione su vinile, grazie all’aggiunta di “Beginner”, “Repedo”, “Legal tender” e “Over” – che fanno sembrare calmo il disco precedente. Canzoni sfuggenti ma innegabilmente orecchiabili, come l’iniziale "Pop Song 2", un bozzetto strimpellato che sfocia con naturalezza in sonorità retro dance prima di evaporare, o "Pop Song 1", che piomba in un groove elastico prima di distruggersi con fragore – canzoni così spontanee da conservare ancora i titoli provvisori. 

 Anche se molte delle canzoni di Bulli a malapena oltrepassano i due minuti di durata, Velvet Negroni riempie ogni secondo con sciami di suoni, che siano le sue raffiche vocali e i synth increspati in "Animal" o le percussioni rimbalzanti, gli effetti sonori e i fischiettii in "Bell Clapper".

Anche nei momenti più selvaggi dell’album, ritmi solidi e melodie ancor più solide guidano il flow di Nutzman. Anche se sovente lascia gli ascoltatori in sospeso, la tensione tra la bellezza di ciò che fa e il modo impaziente in cui la fa fornisce una vitalità rinfrescante a canzoni con atmosfere differenti tra loro, che sia l’introspezione malinconica di "Ebony Eggshell" o la serenità solare della già citata "Georgia".

L’irrequietezza di Bulli può riflettere o meno lo stato di turbolenza della vita di Nutzman mentre lo creava, ma i suoi frammenti effimeri rendono abbagliante l’ascolto. L’anno comincia con un cocktail equilibrato e gustoso.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

Un sermone (in sanscrito) da Father John Misty

Mahashmashana, nel segno di un massimalismo esistenzialista, è il sesto album di Father John Misty

Alberto Campo
pop

La prima da solista di Kim Deal

Nobody Loves You More è il primo album dell’icona femminile dell’indie rock statunitense

Alberto Campo
pop

L'album di famiglia di Laura Marling

Il nuovo disco della cantautrice inglese Laura Marling nasce dall’esperienza della maternità

Alberto Campo