For Those I Love, l’amore che non svanisce

For Those I Love, lo struggente omaggio a un'amicizia maschile, lancia il talento dell'irlandese David Balfe

For Those I Love – For Those I Love (September Records)
David Balfe - For Those I Love
Disco
pop
For Those I Love
For Those I Love
September Records
2021

«I have a love and it never fades»: comincia con queste parole l’album d’esordio di For Those I Love, all’anagrafe David Balfe, irlandese di Coolock, un sobborgo operaio di Dublino. Il disco, anch'esso intitolato For Those I Love, è dedicato a Paul Curran, suo amico nonché compagno nel collettivo punk Burn Out, suicidatosi nel 2018. «Più o meno un anno fa ti ho fatto ascoltare questa canzone sullo stereo dell’auto nella brezza notturna, questo pezzo ha fatto irruzione coi suoi synth e le sue tastiere, e tu hai sorriso mentre stavi sul sedile al mio lato».

Tra The Streets e il James Blake degli inizi, The Blaze e Mount Kimbie, Murder Capital e Fontaines D.C., Balfe parla – sì, parla, perché adotta la tecnica detta spoken-word poetry - di lutto, dolore e rabbia, su un tappeto sonoro che vola sull’euforia rave, sull’UK garage, sul soul e su campionamenti che denotano un evidente talento. Il risultato finale è uno dei dischi più belli usciti in questi primi mesi del 2021.

– Leggi anche: Dry Cleaning: post punk lavato a secco

In realtà i testi delle canzoni che compongono questo album erano stati concepiti nel 2019 come una lettera d’amore per Paul, la sua famiglia e gli amici che gli erano stati vicini. Poi, dopo lunghe discussioni con gli stessi amici e con l’aiuto della September Records, ecco che dopo un anno completo di lockdown il disco è stato realizzato con un immediato successo di pubblico (al secondo posto della classifica irlandese a pochi giorni dalla sua uscita).

A settembre dello scorso anno su YouTube era comparso il video di “I Have a Love”, brano che ha il compito di aprire l’album, con la voce di Balfe che ipnotizza su immagini della periferia dublinese mischiate ad altre riprese dallo smartphone in cui compaiono i suoi amici e Paul Curran: guardatelo, è una meraviglia.

Avete riconosciuto il campionamento? No? È quello di “(No One Knows Me) Like The Piano” di Sampha, canzone devastante sulla morte di sua madre e sul pianoforte che era in casa fin da quando lui aveva tre anni. Lo stesso campionamento in loop ricompare alla fine del brano di chiusura “Leave Me Not Love”, mentre il verso «I have so many doubts» è preso da “Why do Fools Fall in Love» di The Happenings e anche “Let Love Flow On” di Sonya Spence, brano inciso nel 1981, fa la sua comparsa.

«L’arte è tutto ciò che avevamo: i libri, le canzoni, i film. Fin da quando eravamo ragazzi è stata la base del nostro amore, è stata il cammino verso la speranza. Quando è successo e la vita si è come congelata, l’unica maniera per venirne fuori era attraverso le canzoni. Come avrei potuto mostrare diversamente il mio amore, come avrei potuto ricordare diversamente ciò che avevamo e ciò che avevamo fatto se non attraverso l’arte? Ho un amore e non sparirà mai, proprio come te, Paul» – David Balfe

“To Have You”, uno dei vertici dell’album, è costruito intorno al campionamento del verso «Just to have you… back again” presente nella versione di “Everything I Own”, brano del 1971 di David Gates, incisa da Barbara Mason. Di questo brano esiste anche una versione reggae incisa da Ken Boothe che nel 1974 raggiunse il primo posto della UK Chart e penso che a tutt’oggi sia il singolo più venduto nella storia della Trojan Records.

Uno degli aspetti che colpiscono maggiormente è la capacità di Balfe di far convivere testi oscuri e musica euforica, facendo ricorso a volte a voci strane come dopo il trattamento con l’elio: è il caso di “The Shape of You” dove arriva il campionamento “trattato” di “Track of my Tears” di Smokey Robinson & The Miracles.

Un altro dei pezzi forti della raccolta è “Top Scheme”, con un synth già usato tempo prima per una canzone all’interno del progetto Mothers & Fathers e il campionamento di un classico del folk irlandese, “Love Is Kind” dei Clancy Brothers con Tommy Makem.

For Those I Love non è soltanto un album d’esordio fulminante che potrebbe trasformare David Balfe nel portavoce della sua generazione ma anche una riflessione sull’amicizia e sui giorni felici dell’abbandono giovanile, quando la speranza di un futuro migliore era lì, a portata di mano. Se abbiamo ancora quell’amore, non facciamolo svanire.

«Tu vivi in Wes, Ross, Gilly, Rob e Sam, nella voce di Gav, James e Pam, tu vivi selvaggio nel mio ricordo, in ogni esplosione di energia estatica, muovendoti veloce tra le onde, vivi ancora nei video di The Blaze, vivi ancora nei rave dentro ai capannoni, nei primi giorni di Mike Skinner, di Turn The Page, tu vivi nelle fiamme che si diffondono e lottano contro il dolore, e tu vivi in un amore che non svanirà mai» – You Live / No One Like You

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

La prima da solista di Kim Deal

Nobody Loves You More è il primo album dell’icona femminile dell’indie rock statunitense

Alberto Campo
pop

L'album di famiglia di Laura Marling

Il nuovo disco della cantautrice inglese Laura Marling nasce dall’esperienza della maternità

Alberto Campo
pop

Godspeed You! Black Emperor: un requiem per Gaza

Il nuovo lavoro della band canadese è ispirato al dramma del popolo palestinese

Alberto Campo