Stagioni dei Birkin Tree
Tornano (alla grande) i Birkin Tree di Fabio Rinaudo, con ospite Aoife Ní Bhríain al violino
S’intitola (quasi) come un vecchio e onorevole disco dei Fairport Convention il nuovo lavoro dei Birkin Tree, svettante formazione dedita al suono irlandese guidata dallo specialista di cornamuse Fabio Rinaudo, anche mente e cuore di rassegne che propongono ed esplorano la composita galassia delle musiche gaeliche.
Chissà se è voluta, la citazione. Sta di fatto che la formazione con base ligure è ormai attiva da quasi un quarantennio, e discograficamente da un quarto di secolo: le medaglie sul campo dell’eccellenza si conquistano col lavoro duro e ininterrotto, e non sarà un caso che i Birkin Tree siano uno dei pochi gruppi a fare regolari tour nel Paese che è per loro luogo dell'anima musicale, fonte d’ispirazione e continuo innesco per migliorare la propria ricerca.
Si sarà notato che accanto al nome del gruppo compare Aoife Ní Bhríain: è una splendida violinista formatasi da bambina sia sulle note classiche occidentali, sia su quelle della tradizione popolare, e una scrupolosa storica, membro del comitato scientifico degli Archivi della musica tradizionale irlandese. Ha collaborato con decine di musicisti, in formazioni cameristiche, e con molti autori che portano avanti la tradizione storica della canzone irish, uno dei più importanti “affluenti”, è il caso di ricordare, di tutto il folk nordamericano.
L’incontro con i Birkin Tree ha garantito scintille musicali, dettaglio storico, entusiasmo, rilassatezza e una grande spinta, per il gruppo italiano. Aoife non suona per il mero gusto di accavallare trentaduesimi in velocità: privilegia l'espressività del gesto musicale, l’attacco preciso e inesorabile, il fraseggio elegante e gonfio d’armonici. E le sia reso merito, per tutto questo.
In Five Seasons troverete un solo brano originale, "The Final Farewell", uno struggente valzer composto da Rinaudo per la scomparsa del padre, a introdurre, come chiusura del disco, quell’autentico inno irlandese che è "Molly Malone". Per il resto, aspettatevi molti brividi , a cominciare dalla spettacolare e minimalistica versione di "The May Morning Dew", per solo violino e voce: l’ugola è quella di Laura Torterolo, grande acquisto per la band, una vocalist a proprio agio anche con la ben diversa vocalità jazzistica.
Troverete poi, per saltare all’apertura, quattro minuti serrati di reel, che iniziano con "The Boys of 25": la scrisse il cantante e flautista Cathal McConnell per i suoi Boys of the Lough, un gruppo che non sempre viene ricordato come merita, e nel cuore del disco la struggente storia d’amore "Lonely Waterloo": i Birkin Tree già la proposero molti anni fa in A Cheap Present, ora torna e, con grande finezza, è stato chiamato a ricantarla Giorgio Profetto, che l’affrontò la prima volta in studio.