Profumi spagnoli per pianoforte
In questo disco Axel Trolese completa la raccolta Iberia di Albéniz e propone pagine di Turina e Ravel
Terza prova discografica e seconda produzione realizzata per l’etichetta Da Vinci Classics, questo disco del giovane pianista Axel Trolese completa con il terzo e quarto volume la raccolta Iberia di Isaac Albéniz, i cui primi due libri erano usciti un paio di anni fa in un album pubblicato sempre per la stessa casa discografica giapponese.
Classe 1997, diplomato in pianoforte nel 2014 con lode e menzione d’onore al Conservatorio “Monteverdi” e vincitore del “Premio Alfredo Casella” al “Premio Venezia 2015”, Axel Trolese prosegue con questo lavoro la sua esplorazione di un repertorio pianistico animato da una particolare passione per la terra di Spagna, un dato che lo ha condotto – forse non proprio causalmente – a far uscire questo ultimo lavoro discografico nelle ultime settimane del 2023, in concomitanza con il centenario della nascita della nota pianista spagnola Alicia de Larrocha (1923 – 2009) interprete tra le più impegnate nella diffusione dell’opera di Isaac Albéniz a livello internazionale.
Un interesse, quello per il repertorio musicale iberico, che Trolese ha coltivato attraverso una sicura padronanza tecnica e una personale sensibilità interpretativa, come emerge in un percorso di ascolto che si apre grazie ad un carattere decisamente connotato, rimarcato sia nelle veloci rincorse delle acciaccature sia dalle più ampie aperture liriche attraversate ora da orizzonti armonici dilatati ora da insistiti ritorni alla cellula tematica perentoria e molto “spagnola” che connota gli otto minuti di “El Albaicín”, brano di apertura di questo coinvolgente disco. Un tracciato interpretativo, quello offerto da Trolese, che presenta una perlustrazione attenta e partecipata dell’orizzonte espressivo di un Albéniz che innesta in queste pagine una fantasia compositiva che dalla sua Spagna offre uno sguardo più ampiamente europeo. Una cifra creativa che il compositore di Gerona alimenta, oltre che con rimandi alla sua terra di origine, attraverso fonti che vanno dal pianismo trascendentale di Liszt alle nuances armoniche che paiono rimandare alla Francia di Debussy e Ravel.
Rimandi che emergono a tratti anche attraverso le vivaci digressioni melodiche del seguente “El Polo” che ci accompagna all’orizzonte nutrito di rimandi più vagamente popolari del successivo “Lavapiés”, in un fluire musicale piacevolmente solare, screziato qua e là ora da fugaci dissonanze, ora da virate armoniche in tonalità minore, il tutto in un giuoco che trova la sua sintesi ed essenza in un virtuosismo pianistico che Axel Trolese restituisce con limpida ed espressiva morbidezza. Una connotazione che viene ribadita anche dai caratteri se vogliamo ancora più brillanti espressi dalla lettura del quarto e ultimo libro di Iberia, che con i brani “Málaga”, “Jerez” e “Eritaña” completano la suite pianistica di Albéniz.
A fianco di queste pagine Trolese propone una lettura altrettanto brillante di composizioni quali Danzas fantásticas Op. 22 dello spagnolo Joaquín Turina e Rapsodie Espagnole di Maurice Ravel – nell’arrangiamento per piano solo di Lucien Garban – confermando il fascino esercitato dall’incontro di Spagna e Francia sui tasti del suo pianoforte.