L'Italia di AdoRiza

Targa Tenco per il progetto di Officina Pasolini a Roma, con canti e voci da tutte le regioni italiane

AdoRiza
Disco
world
Adoriza
Viaggio in Italia. Cantando le nostre radici
Squilibri
2019

Ci sono spettacoli (e dischi derivati dagli stessi) che, pur nascendo da progetti didattici, riescono a sprigionare un senso di freschezza assai lontano dal tono didascalico che si potrebbe paventare negli esiti finali, sul palco.

Il palco, appunto, era quello del Teatro Edoardo De Filippo, le registrazioni sono da datare tra il novembre 2018 e il febbraio 2019, per uno spettacolo con la solida regia di Massimo Venturiello, arrangiamenti e direzione artistica di Piero Fabrizi. Debutto nel 2017, con trasmissione in diretta per il settantesimo della Costituzione da parte di RadioTre. Sedici giovani artisti, da quelle generazioni che non hanno potuto conoscere direttamente né il primo folk revival “storico”, e neppure la seconda grande ondata degli anni Settanta che, sulla lunga durata, arriva a sfiorare gli anni in cui si cominciò a parlare di world music e di note mediterranee.

Il tutto scaturisce da un corposo ciclo d’incontri sulla musica popolare tenuto da Felice Liperi, Paolo Coletta e Tiziana “Tosca” Donati con i ragazzi della sezione “canzone” (biennio 2016/2017) del Laboratorio di alta formazione della Regione Lazio Officina delle arti Pierpaolo Pasolini.

Lunghi mesi di ascolti, discussioni, prove, passi falsi e nuove, imprevedibili sicurezze acquisite su repertori che hanno bisogno di memoria e presente, per sporgersi sul futuro. E un buon indizio viene proprio dal nome scelto dal collettivo, AdoRiza, dove risuonano le parole che identificavano, nel greco antico, il canto e le radici. Dunque un “nuovo” canto per radici ri-scoperte e portate alla luce non per vezzo antiquario, ma per quanto riescono a comunicare a un presente sicuramente diverso, ma non così lontano nelle esigenze di espressione, di dignità, di festa, di riflessione che arrivano da chi la storia spesso la subisce, non la scrive con i grandi numeri.

Mutatis mutandis, e con l'apporto di energie freschissime, si ripete qui tanti anni dopo, a ben notare, quanto fecero gli spettacoli storici Bella Ciao e Ci ragiono e canto. La parte musicale recupera schegge dal Friuli alle Madonie, passando per la toscana libertaria e irriverente de “La Leggera”, per le Marche di “Bella sei nada femmena”, per la Sardegna dell’inno “Non potho reposare”, per Milano, per il Piemonte, per le ninne nanne grike, e via citando.

È una specie di mappa geografica dell’Italia profonda che trovava solide ragioni di sopravvivenza nella musica, e ascoltata tutta di fila diventa anche una mappa emozionale di una penisola che vorrebbero oggi farci apparire solo come un cuneo di egoismo militarizzato e beota a presidiare il Mediterraneo.

Belle e fresche le voci, potenti le soluzioni d’arrangiamento. Il disco è accompagnato da due brevi saggi di approfondimento sul fenomeno del folk revival italiano: spiace qui non vedere citata la meritoria serie di cd Tribù Italiche, che, una ventina d’anni fa, indagò regione per regione tutta L’Italia della tradizione e del futuro assieme, perimetrandone aree e contenuti.

Un disco – quello di AdoRiza – che si è anche aggiudicato la Targa Tenco per il miglior album a progetto.

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