La vita reale secondo Fred again…
Il produttore inglese Fred Again... all'esordio solista con un emozionante diario della pandemia
Fred John Philip Gibson – questo il vero nome di Fred Again... – dà alle stampe Actual Life (April 14 – December 17 2020), suo album d’esordio e diario emotivo di un anno particolare che in qualche maniera ha cambiato tutti noi.
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Il nome non vi dice nulla? Se vi dico che Fred Again… ha prodotto il 30% delle canzoni che nel 2019 hanno raggiunto la vetta della classifica inglese, sono sicuro di attirare la vostra attenzione. Ventisettenne londinese, Gibson ha lavorato con pesi massimi come FKA Twigs, Stormzy, Headie One, Ellie Goulding, Eminem, Romy XX ed Ed Sheeran, e durante la cerimonia dei BRIT Awards 2020 è stato nominato “Producer of the Year”.
Actual Life è un disco orientato alla club music, quella però che agisce più sulle emozioni, quella che lascia un grumo in gola. Ognuna delle canzoni prende il titolo da nomi o posti, le voci campionate in alcuni casi appartengono a persone conosciute – Julia Michaels, Dermot Kennedy e The Blessed Madonna – ma più spesso provengono da clip scovate sui social media.
Ideato durante il periodo del lockdown dello scorso anno, Actual Life risulta a tutti gli effetti un diario capace di catturare le sensazioni di quei mesi e i ricordi suoi e delle persone coinvolte nei campionamenti.
Guardate il video di “Julia (Deep Diving)”, in cui Julia Michaels racconta le sensazioni dell’innamoramento, mentre Fred manda in loop la frase «I’m deep diving into your emotions» e un pianoforte accompagna immagini di Londra che ci strappano il cuore.
“Angie (I’ve been lost)” è un capolavoro che mette in mostra la particolare tecnica produttiva di Gibson, quella malinconia che non chiude la porta all’ottimismo. La voce campionata è quella della cantante australiana Angie McMahon e il beat la travolge, la inghiotte, e anche noi ci sentiamo persi.
La voce soul dell’irlandese Dermot Kennedy compare in “Dermot (See Yourself in My Eyes)” e poi, a sorpresa, entra Young Thug – grazie, Instagram! – che ci invita a «innamorarci di qualcuno che apprezzi la nostra stranezza e non di qualcuno che provi a convincerci a sentirci normali»: un trionfo.
Ma non è finita: “Kyle (I found you)” comincia con la voce di Kyle Tran Myhre, poi arriva il sax e quindi il beat, e tutto quello che vorresti è ballare questo splendore in un club.
Fred si cimenta col canto in “Me (Heavy)”, canzone dedicata a un’amica ricoverata a causa del Covid: «Vorrei correre dentro e portarti via, staccare i cavi e baciarti sulla bocca (…) te lo chiedo in ginocchio, lei è tutto quello di cui ho bisogno, non dipende da me, lo so che tieni duro ma sono così stanco di essere forte».
Il ritmo accelera in “Sabrina (I Am a Party)”, con la voce di Sabrina Benaim, presa da “Explaining My Depression to My Mother”, che disperatamente sottolinea che «non è così divertente divertirsi quando non ci si vuole divertire»: una canzone sulla depressione, un altro dei “regali” della pandemia e della reclusione forzata.
La canzone che ha il compito di chiudere è “Marea (We’ve Lost Dancing)”, di cui ho già scritto recentemente al termine della recensione di Lazy di Mr. Mitch: ci mancano gli abbracci e baci con le persone amate, ci mancano molte cose quotidiane che reputavamo acquisite per sempre, ma The Blessed Madonna non perde l’ottimismo: «Se riesco a passare indenne attraverso i prossimi sei mesi, giorno dopo giorno, se riesco a passare tutto questo, quello che arriverà sarà meraviglioso».
Un esordio fulminante quindi, impreziosito dalla notizia che nel corso dell’anno uscirà il secondo volume di questo diario malinconico ma speranzoso, riflessivo ma ballabile, assolutamente necessario. E ci sarà anche il suo mentore, un certo Brian Eno…