La versione levigata di Popcaan

Non convince del tutto il nuovo album della dancehall superstar Popcaan, per la label di Drake

Popcaan Great is He
Disco
pop
Popcaan
Great Is He
Unruly / OVO Sound
2023

La dancehall superstar Popcaan fa seguire al suo ottimo Fixtape, del 2020, un secondo album per l’etichetta OVO Sound di Drake, Great Is He.

– Leggi anche: Popcaan al quadrato

Come già nel disco precedente, Drake appare nell’album, così come l’eroe dell’Afropop Burna Boy e Chronic Law, nome in ascesa della scena dancehall; tra i produttori selezionati si segnalano i nomi di Dre Skull, Anju Blaxx e Dane Ray.

Come ci si sarebbe potuto aspettare dall’unione di Popcaan col team OVO, il disco suona in maniera incredibile – produzione grandiosa e lussureggiante, con un suono “diasporico” che crea ponti tra la dancehall giamaicana, l’hip hop statunitense e altro ancora – e la voce di Popcaan continua a migliorare, disco dopo disco. Tutto bene quindi? Non proprio, e vediamo perché.

«Prada mi Prada, Gucci mi Gucci, Louis V and di Nike, mi abuse it»: il ritornello di “Freshness”è orecchiabile e lungo tutto l’album sono numerosi i riferimenti ai beni di lusso, con l’inevitabile risultato di generare noia. Se il suo mentore Vybz Kartel si limitava a vantarsi delle sue Clarks, Popcaan è passato al livello superiore, quello di Louis Vuitton, Gucci e Nike Air.

Tutti questi riferimenti alla ricchezza finiscono per rendere l’album borioso. Benché, come già anticipato, le parti vocali di Popcaan siano agili, non si capisce quale possa essere l’utilità di un brano come “New Benz” nell’economia del disco.

«New Benz, new gyal / Know seh we clean as usual / Style unusual, unusual / New Benz, new gyal / Jump pon di toll wid Susan / Diamond ah shine pon di Cuban /Unusual» – "New Benz"

Ma l’apice si raggiunge con “Skeleton Cartier”, dove l’ostentazione della ricchezza lo porta a dire:

«G-wagon Jeep / Tight pussy gyal pon di front seat / Gi' dem hell pon di earth like Mobb Deep / Pussy dem cyaan' seh wi funds weak, woii / Skeleton Cartier / Tell dem seh me richer dan last year / Fresh Louis V, fresh Nike Air / Gyal ah say mi skin pretty dan a bike flair» – "Skeleton Cartier"

I brani sono 17, occupiamoci subito dei più interessanti: “We caan done” (che si può pronunciare come se fosse “weekend done”) è il singolo che ha avuto il compito di annunciare l’album e in cui compare anche Drake che, nel finale del video che l’accompagna girato a Turks e Caicos, si lascia contagiare dal clima caraibico e sfoggia una mesh marina. Vibrazioni afro-beats bruciate dal sole e perfette per la pista da ballo: niente da dire, il brano funziona alla grande.

«Me ah di original, me ah di prototype» - We caan done

“Aboboyaa”, canzone dedicato a un mezzo di trasporto in uso in diversi paesi africani, vede la presenza di Burna Boy: pezzo orecchiabile che si guadagna la sufficienza anche grazie al video coloratissimo che trasmette gioia e calore – capitemi, sto scrivendo questa recensione nel primo dei “tre giorni della merla”, fuori dalla finestra il mondo è livido e gelido.

Non mi dispiace “Set it” con la sua struttura classica da dancehall, brano in cui Popcaan riesce, buon per lui, a mettere insieme “tight punani” e proclamazioni di “hallelujah”.

Risulta invece stucchevole “Next to me”, il duetto tra Popcaan e la sua chiacchierata fidanzata Toni-Ann Singh, canzoncina dal sapore estivo in cui lui suggerisce «possiamo andare ovunque, ovunque tu scelga, ti porto in crociera, ragazza, sei così bella»: per carità, bella è bella, ma queste cose lui gliele avrebbe potute dire in privato, senza per forza farci su una canzone.

Dopo qualche ascolto mi rendo conto di un particolare importante che mi era sfuggito: malgrado l’uso esteso del patois che lo rende marcatamente giamaicano, questo album composto da 17 canzoni ne ha solo due dichiaratamente dancehall, mentre le altre sono soprattutto un mix di R&B e Afrobeats.

In generale Great is He avrebbe davvero potuto essere un grande album se solo avesse avuto il contributo di una scrittura più solida e potente e di beat più robusti. La grandezza anticipata, basata sul titolo dell’album, non è stata raggiunta lungo l’intero percorso del disco.

Occasione perduta.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

La metamorfosi pop di White Denim

La band statunitense diventa progetto individuale del tuttofare James Petralli

Alberto Campo
pop

Un sermone (in sanscrito) da Father John Misty

Mahashmashana, nel segno di un massimalismo esistenzialista, è il sesto album di Father John Misty

Alberto Campo
pop

La prima da solista di Kim Deal

Nobody Loves You More è il primo album dell’icona femminile dell’indie rock statunitense

Alberto Campo