La nuova Napoli dei Nu Guinea

A due anni di distanza da The Tony Allen Experiments il duo napoletano di stanza a Berlino Nu Guinea rende omaggio alla città natale.

Nu Guinea
Disco
pop
Nu Guinea
Nuova Napoli
NG
2018

Massimo Di Lena e Lucio Aquilina – alias Nu Guinea – non sono due sconosciuti: il loro EP d’esordio risale al 2014 ed è il risultato di una ricerca finalizzata alla fusione di suoni diversi, dalla disco meno tradizionale e più “clandestina” (quella delle origini, dei basement newyorkesi, più vicina al funk) alla musica etnica, quella che per comodità si è soliti chiamare world music.

Il trasferimento a Berlino avviene quasi quattro anni fa, dettato più dal desiderio di risiedere in una città vivibile che facilita le relazioni interpersonali e la quotidianità spicciola che da quello di essere influenzati dalla sua vivace scena musicale.

Dopo l’EP World, The Tony Allen Experiments mette in scena l’incontro tra l’elettronica e le registrazioni originali della batteria di Tony Allen, il creatore, con Fela Kuti, dell’afrobeat.

E arriviamo al presente quando, per la loro etichetta NG, esce Nuova Napoli, titolo scelto in omaggio al film del 1982 No, grazie, il caffè mi rende nervoso, interpretato da Massimo Troisi e Lello Arena: ci troviamo di fronte a un viaggio quasi filologico all’interno di quel Napoli sound che uscì dalla città partenopea a metà degli anni settanta, fatto di blues, jazz-rock, influenze africane e tradizione rivisitata, e che ebbe tra i suoi alfieri Napoli Centrale, Pino Daniele, Tony Esposito, James Senese e Tullio De Piscopo.

Per la prima volta i Nu Guinea si aprono alla collaborazione con altri musicisti, giovani esponenti della nuova scena musicale napoletana, e l’esito è affascinante: ci troviamo immersi in quel suono che ha caratterizzato la nostra adolescenza (o almeno la mia) ma reso più attuale dalle esperienze elettroniche di Di Lena e Aquilina. Strumenti tradizionali, sintetizzatori, batteria elettronica e la bella voce di Fabiana Martone che canta in dialetto riescono a creare un ponte tra il passato e il presente, dando vita in ultima analisi a una contaminazione di qualcosa che in origine era già frutto di una contaminazione.

Tra i sette brani che compongono la raccolta, svetta l’uno-due di “Je vulesse”, il cui testo è un estratto della poesia “Je vulesse truvà pace” di Eduardo De Filippo, e “Ddoje facce”, canzone perfetta per una passeggiata nei vicoli del Rione Sanità. Del resto è proprio quello che i Nu Guinea raccomandano sulla loro pagina Bandcamp: ascoltare il loro disco perdendosi tra i vicoli di Napoli, tra panni stesi e Apecar di venditori ambulanti.

Quest’estate i Nu Guinea suoneranno in Italia con la formazione allargata, in posti diversi dal circuito dei club: il mio consiglio è di andare a sentirli, sono sicuro che ci sarà di che divertirsi.

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