La grande confusione dei Deerhunter (ma il disco è eccellente)

L’ottavo album degli statunitensi Deehunter di Bradford Cox, prototipo contemporaneo della cult band

 

Deerhunter, nuovo album
Deerhunter
Disco
pop
Deerhunter
Why Hasn’t Everything Already Disappeared
4AD
2019

Potremmo cominciare da Marfa, in Texas, dove il nuovo disco dei Deerhunter è stato registrato: là nel 1955 recitò per l’ultima volta di fronte alla macchina da presa – ne Il gigante – James Dean. A lui è dedicato espressamente “Plains”, disinvolto brano dall’umore vagamente esotico. Altrove l’attenzione si volge verso un’immagine cruenta della rivoluzione russa a San Pietroburgo, da cui trae spunto il brano, scandito da un clavicembalo suonato dalla gallese Cate Le Bon, che apre la sequenza: “Death in Midsummer”.

E subito dopo arriva “No One’s Sleeping”: pensieroso episodio dall’arrangiamento tuttavia opulento ispirato dall’assassinio della parlamentare laburista Joanna Cox, accoltellata nel giugno 2016 da un fanatico della Brexit.

Fa Cox di cognome pure il trentaseienne capobanda Bradford, una “checca asessuata” (parole sue): personaggio fra i più estrosi nella scena dell’indie rock statunitense. Lo dimostra il cammino zigzagante dei Deerhunter, ondivaghi da un punto di vista espressivo, fra ammiccamenti da canzonetta e ghiribizzi sperimentali. Di tutti gli album – otto in totale – Why Hasn’t Everything Already Disappeared è forse il più immediato, ancorché eterogeneo nelle argomentazioni.

Di alcune già abbiamo detto e altre contribuiscono a rafforzare la sensazione di elusività: con voce deformata e sonorità astratte “Détournement” rende omaggio al situazionismo, mentre l’eloquente “Futurism” – presentando la quale il protagonista dichiara che “la nostalgia è tossica” – ha cadenza irresistibile da marcetta pop. Sarebbe dunque infruttuoso cercare un senso compiuto: l’approccio migliore è gustarsi i singoli tasselli di questo mosaico all’apparenza sconclusionato. Ad esempio “What Happens to People”, fragile ballata dal delizioso gusto vintage, oppure “Tarnung”, un diafano madrigale da musica da camera avveniristica che descrive “una passeggiata in Europa sotto la pioggia” (il titolo è il vocabolo tedesco per “mimetizzazione”).

Ed ecco all’epilogo il pezzo forte, quanto meno in termini di durata (quasi sei minuti e mezzo) e ambizione: “Nocturne” è l’epico racconto di “uno streaming dal vivo dall’aldilà”. Confusi? Proprio quello vuole Bradford Cox, folletto geniale e dispettoso, e i suoi Deerhunter.

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