Il violino di Dego per il centenario di Busoni
Francesca Dego omaggia Ferruccio Busoni nel centenario della morte affiancando il suo concerto per violino a quello di Brahms
A cento anni dalla morte di Ferruccio Busoni (1866 – 1924) Francesca Dego omaggia il pianista e compositore originario di Empoli con un disco nel quale affianca il suo Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 35a KV 243 al Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Johannes Brahms (1833-1897).
Due pagine legate da diversi rimandi incrociati, a partire dalla stessa tonalità di impianto – re maggiore – fino ad arrivare alla implicita ispirazione di Busoni all’opera che Brahms compose nell'estate del 1878, vale a dire quasi vent’anni prima della stesura del concerto busoniano, redatto tra il 1896 e l’anno successivo, qualche tempo dopo il rientro dell’artista dagli Stati Uniti e il suo insediamento a Berlino, in un periodo di attività concertistica particolarmente intensa.
Altro ideale rimando lo possiamo rintracciare nella dedica a Henri Petri, primo Konzertmeister alla cappella ducale di Dresda e, soprattutto, allievo di Joseph Joachim, quest’ultimo grande violinista e didatta a sua volta dedicatario del Concerto per violino di Brahms.
Riferimenti alla fonte brahmsiana che trovano i rimandi musicali più sostanziali soprattutto nel primo dei tre movimenti nei quali Busoni ha articolato la sua pagina, la cui multiforme densità – alimentata dai diversificati temi melodici così come dagli scarti armonico-ritmici – è stata qui restituita dal violino di Francesca Dego con brillante espressività, ben assecondata dall’impasto orchestrale espresso dalla BBC Symphony Orchestra diretta con efficace fluidità da Dalia Stasevska. Un tracciato interpretativo la cui qualità ha segnato anche il Quasi andante centrale, con il suo passo disteso e lirico, e l’Allegro impetuoso finale, il cui impulso dinamico ha trovato nella lettura della violinista un’ispirata rispondenza.
Anche nel seguente Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms, la felice corrispondenza interpretativa condivisa tra il violino di Dego e la direzione di Stasevska ha saputo restituire a pieno quel brillante rigoglio espressivo che attraversa questa partitura, anch’essa pensata nella “classica” forma tripartita. Una vivacità di colori, quelli raccolti in questa incisione, che hanno plasmato il lungo Allegro non troppo iniziale, un movimento che con i suoi venti minuti abbondanti supera quasi l’intera composizione busoniana.
Tratteggiandone con gusto coinvolgente le differenti articolazioni tematiche e i diversi umori plasmati dalla tessitura timbrica, la Dego ha quindi tracciato, con il suono assieme solido e limpido del suo strumento, un percorso interpretativo che ha trovato un respiro più ampio e dispiegato nell’Adagio centrale, la cui distesa vena malinconica si è poi disciolta nel passo dinamico e giocoso del movimento finale, concludendo con un raggio di luminosa verve strumentale questo bell’omaggio a Busoni e al suo ideale “maestro” Brahms.