Il liscio colto e popolare
Un disco dal vivo al Teatro Sociale di Gualtieri per i Violini di Santa Vittoria
«Ebbene sì noi facciamo il liscio. Ma non siamo per questo avanzi da balera. Quelli con il riportone nei capelli, la camicia sbottonata fino all'ombelico. Abbiamo anche studiato al Conservatorio». Così, con sapida ironia, Oreste Bossini introduce questo splendido cd registrato dal vivo al Teatro Sociale di Gualtieri da Lorenzo Chiesi, e pubblicato grazie a una campagna di crowdfunding.
Chi volesse avere da subito un quadro completo di questo straordinario ensemble che ripercorre con grazia affollettata un repertorio di valzer, mazurche e polke, può utilmente tornare a riprendere in mano un libro esaustivo sull'argomento, Socialismo a tempo di valzer. Storia dei violinisti braccianti di Santa Vittoria, pubblicato dallo storico Carmelo Mario Lanzafame una dozzina d'anni fa. Lì troverete il quadro complessivo di questa vicenda unica che unisce riscatto sociale e musica, passione e voglia di avere uno spicchio di futuro. Le “nuove” musiche per il ballo in copia (gran scandalo, subito osteggiato da clero e amministratori locali) arrivarono nella bassa reggiana nei primi decenni dell'Ottocento, al seguito delle bande austriache. Alla svolta del Novecento arrivò anche il tango, un surplus di corporea sensualità coreutica e musicale.
A Santa Vittoria, dove tutti stentavano una brutta vita fatta di orari da braccianti senza requie, fame e malattie, la popolazione trovò una via di riscatto nella musica. Il paese divenne quello “dei cento violini”. E Arnaldo Bagnoli strutturò le nuove idee musicali in gruppi colti e popolari al contempo imperniati su tre violini, viola e contrabbasso: i primi due violini ad esporre il tema, il terzo a cercar contrasti espressivi, il contrabbasso sul battere, la viola in levare. Con grazia e forza assieme. Oggi i Violini di Santa vittoria perpetuano questa storia che ci parla di un mondo di dignità ritrovata. Di eccellenza musicale, di riscatto voluto, cercato e trovato.