IKOQWE, la nuova Lisbona guarda all’Angola
Il nuovo progetto IKOQWE di Batida e Ikonoclasta racconta la vivacità della nuova scena lusofona
Si chiama IKOQWE il progetto – presentato per la prima volta nel luglio del 2019 al Festival Músicas do Mundo di Sines, in Portogallo – che riunisce Pedro Coquenão, produttore cresciuto a Lisbona ma di origine angolana e meglio conosciuto come Batida, e il rapper nonché attivista angolano Ikonoclasta, il cui vero nome è Luaty Beirão, imprigionato nel 2015 con l’accusa di “tentativo di ribellione” nei confronti del presidente José Eduardo dos Santos e liberato dopo uno sciopero della fame durato trentasei giorni.
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IKOQWE, IKO da Ikonoclasta, e COQWE da Coquenão, il creatore irrequieto che nel 2009 realizzò Dance Mwangolé. Batida apresenta IKOQWE - The Beginning, the Medium, the End and the Infinite è il primo capitolo di questa collaborazione.
L’effervescenza della nuova scena di Lisbona non accenna a esaurirsi e questo nuovo progetto ne è l’ennesima riprova: IKOQWE sono due personaggi immaginari provenienti da un tempo e uno spazio lontani che devono confrontarsi col mondo odierno e le cui impressioni sono raccolte in quest’album, un mix di elettronica, hip hop, suono di strumenti ancestrali angolani e approccio DIY.
Le loro ispirazioni arrivano dall’hip hop old school e dalla musica tradizionale angolana, e alcune canzoni si basano su suoni provenienti dal ricchissimo archivio dell’International Library of African Music, con sede a Grahamstown in Sudafrica.
Ecco allora i campionamenti di field recording fatti in Angola dall’etnomusicologo Hugh Tracey negli anni Cinquanta, dove compaiono tngomas, dikanzas e kissanges, l’emblematico lamellofono fatto conoscere al pubblico occidentale da Congotronics, lo spettacolare esordio del 2004 dei Konono N° 1, gruppo originario della Repubblica Democratica del Congo. E come s’intitola il loro disco del 2016? Konono N° 1 meets Batida, ed ecco che i conti tornano.
«Ikoqwe solletica il cervello, libera la parte inferiore dell’addome, mette i piedi per terra, leva i pugni in aria ma conserva aperto il cuore»
L’album si compone di undici tracce, con testi in Umbundu, lingua tipica di Huambo, il paese natale di Batida, slang angolano, portoghese e inglese, che parlano di neocolonialismo, neofascismo, ingiustizia e falsificazioni storiche.
“Pele” è il singolo che ha preceduto l’uscita dell’album, un mix di elettronica e trance music con beat eleganti, che nel video sfocia in una sorprendente esibizione live.
“Bulubulu” trasforma il suono tradizionale angolano in una dorsale percussiva, mentre i produttori Octa Push (altri ospiti sono Celeste Mariposa e Spoek Mathambo) intervengono in “Vai de C@n@!” tessendo loop aerofonici; “Makumba” si avvicina al kuduro con le sue distorsioni metalliche e sfocia in “The End (Kamicasio)” con la citazione della “Marcia Funebre” di Chopin.
Una delle vette della raccolta è “Quarantena”, titolo quanto mai attuale, dove su un tappeto percussivo si srotola il flow ironico e irriverente di Ikonoclasta.
Il compito di chiudere l’album spetta – e non avrebbe potuto essere altrimenti – a “The Infinite”, uno strumentale futuristico che lascia la porta aperta a nuove sperimentazioni.
The Beginning è un esordio coraggioso, immaginativo e affascinante: speriamo che i due diano un seguito a questa esperienza.
«Tutto succede contemporaneamente, non c’è continuità, non c’è connessione, non c’è completamento, tutto è solo adesso» - “The Medium”
Ennio Bruno