Hemisphaeria Trio tra Ravel e Brown
Primo lavoro dell'Hemisphaeria Trio con musiche di Ravel, Liana Alexandra e James Francis Brown
Piuttosto interessante il programma scelto dai musicisti dell’Hemisphaeria Trio per il loro debutto discografico, un programma che naturalmente risulta funzionale al particolare organico di questo ensemble. Dando vita al loro trio il soprano Damiana Mizzi, il violoncellista Roberto Mansueto – entrambi formatisi al Conservatorio di musica di Monopoli (Mansueto è oggi violoncellista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia) – e il pianista cubano Marcos Madrigal hanno innanzitutto messo in comune la propria passione per la musica vocale da camera, trovando in Maurice Ravel un autore significativamente vicino alle loro sensibilità e alle sonorità che intendevano mettere in campo.
Ecco quindi la pregevole esecuzione delle Chansons Madécasses e di un lavoro giovanile, La flȗte enchantée, rispettivamente in apertura e chiusura del disco, brani per i quali il trio si è avvalso della preziosa collaborazione di Andrea Oliva, primo flauto solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. A proprio agio con la scrittura del francese, apparentemente semplice ma assai raffinata nel costruire impasti timbrici di particolare espressività, i quattro esecutori riescono a coinvolgere appieno l’ascoltatore dentro la musica che Ravel ha pensato per questi testi esotici ed erotici allo stesso tempo. Di grande effetto l’inizio del secondo poema (Aoua!), grido straziante di ribellione contro il colonialismo d’oltralpe, ma è l’intero gruppo di lavori a trarre vantaggio sia dalla duttile vocalità della Mizzi sia dalla perfetta intesa che i tre strumentisti mostrano nelle rarefatte e spesso delicate sonorità contenute in questa stupenda musica.
Accanto a quelle di Ravel trovano posto tre liriche del musicista anglosassone James Francis Brown (classe 1969) basate su testi di Camille Saint-Saëns – scelti dalle sue Rimes Familières – e presentate nel 2011 alla Wigmore Hall di Londra. L’Hemisphaeria Trio non solo propone questi lavori in prima incisione assoluta ma ne utilizza il titolo anche per l’intero compact: i tre brani di Songs of Nature and Farewell puntano all’uso di un linguaggio musicale eterogeneo, frutto probabilmente della consuetudine che l’autore ha con la musica da film e spesso contraddistinto da spinte "neoclassiche". E tuttavia colpisce per l’intensa carica espressiva il drammatico assolo del violoncello con cui si apre l’ampio e conclusivo Adieu, caratterizzato poi da una ricca alternanza di situazioni, oscillando tra decisi accenti ritmici e il tono più rassicurante con cui si avvia al suo termine.
Altra incisione in prima assoluta è quella dedicata alla rumena Liana Alexandra (scomparsa nel 2011), compositrice partita dall’esperienza di Darmstadt e approdata infine a un più personale linguaggio. I sei Chants d’amour de la Dame à la licorne – questa volta l’organico è limitato alla voce, al violoncello e al pianoforte – risalgono al 1995 e non rivelano più alcun rapporto con le avanguardie, giocando piuttosto su una varietà di immagini musicali scaturite direttamente dai testi che il poeta Etienne de Sadeleer ha scritto ispirandosi a un celebre ciclo di arazzi fiamminghi del XV secolo. Una piccola opera da camera, la cui densità espressiva non eguaglia di certo quella raggiunta da Ravel, ma che risulta comunque pienamente godibile all’interno di questo programma tutto dedicato al XX secolo.