Giardini di Mirò, musiche in tempi differenti
Different Times è il nuovo album dei Giardini di Mirò, che esce per 42 Records
I Giardini di Mirò sono a ragion veduta un’istituzione nella scena indipendente nazionale: in attività da un ventennio, la band emiliana ha costruito con intelligenza e meticolosità la propria identità musicale, ponendosi nel solco di ciò che per convenzione chiamiamo “post rock”, in una posizione intermedia fra gli scozzesi Mogwai e i tedeschi Notwist.
In quel senso l’orizzonte in cui i Giardini di Mirò si collocano è senz’altro cosmopolita, come provano le collaborazioni con artisti forestieri in questo disco e nei precedenti. Qui troviamo, ad esempio, il britannico Daniel O’Sullivan impegnato nell’ampio – oltre i dieci minuti – brano di chiusura, l’epico “Fieldnotes”, e il californiano Robin Proper-Sheppard (ora nei Sophia) al microfono in “Hold On”, ombrosa ballata dalla melodia intensa.
In “Failed to Chart” ecco prodigarsi invece in uno spoken word Glen Johnson dei londinesi Piano Magic, già avvistato all’epoca di Dividing Opinion (2007), mentre a fare coro in “Don’t Lie” è la milanese Adele Nigro, alias Any Other.
Different Times è pieno di voci e dunque di canzoni: fatto che indisporrà quanti – numerosi tra i fondamentalisti dell’indie rock nostrano – apprezzano dei Giardini di Mirò soprattutto le composizioni strumentali, tanto da indicarne quali lavori davvero rappresentativi le sonorizzazioni dei film muti Il fuoco e Rapsodia satanica, immortalate su album rispettivamente nel 2009 e nel 2014. A confortarli può essere nella circostanza il lungo episodio che apre e intitola l’opera, affiorando in assolvenza per poi sfociare in un crescendo solenne.
Giunto al quinto capitolo della sua vicenda discografica (se escludiamo dal conto le produzioni concepite per il cinema), il sestetto – pressoché immutato nell’organico dagli esordi, con l’eccezione del batterista – gioca la partita nei termini dell’ispirazione e della forma (impeccabile per maestria esecutiva e gusto dell’atmosfera), anziché dell’innovazione, essendo fattore di cambiamento – da quest’ultimo punto di vista – la natura “pop” del committente, ossia 42 Records, implicato nel successo di Cosmo, I Cani e Colapesce. Completa l’operazione la concomitante e omonima biografia pubblicata da Crac Edizioni.