Fuoriforma, fuori asse, fuori tempo

Luigi Lullo Mosso, Massimo Simonini e Vincenzo Vasi in una bizzarra playlist di frammenti

Luigi Lullo Mosso + Massimo Simonini + Vincenzo Vasi
Disco
oltre
Luigi Lullo Mosso + Massimo Simonini + Vincenzo Vasi
Fuoriforma
I dischi di Angelica
2021

Per un capriccio del caso è capitato negli ultimi mesi che due dei tre protagonisti di questo bizzarro disco siano apparsi, accomunati dal gesto un po’ magico del theremin, alla televisione generalista.

Massimo Simonini, che gli appassionati di sperimentazione ben conoscono per il suo ormai trentennale lavoro curatoriale e artistico con Angelica, a Bologna, è salito infatti sul famigerato palco del teatro Ariston di Sanremo con gli Extraliscio, mentre Vincenzo Vasi è stato ospite, insieme a Valeria Sturba con cui forma il duo OoopopoiooO, della trasmissione di Stefano Bollani e Valentina Cenni, all’ora di cena su Rai3.

Una conferma della continua permeabilità tra i contesti apparentemente più diversi, una permeabilità che difficilmente spalancherà ai due le porte di un consenso mainstream, che d’altronde non credo sia nemmeno tra i loro obiettivi, ma che dà conto di quanto gli approcci ai segni sonori incrocino talvolta i loro sguardi.

Per chi mediamente Sanremo e la tv la sdegna e magari ha un’attenzione ai mondi creativi più underground poi, quelli di Simonini e Vasi, insieme a quello di Luigi Lullo Mosso che chiude qui il triangolo, sono nomi familiari: emersi dalla scena bolognese alla fine degli anni Ottanta, sono tre spiriti inafferrabili e meravigliosi, in bilico tra elettronica e improvvisazione, linguaggi colti e popular, tra serietà e ironia, come voleva l’attitudine postmoderna in cui sono cresciuti e che oggi si trova nella curiosa posizione di essere così fuori moda da illuminare a tratti in modo accecante la strada davanti a sé.

Questo disco nasce dalla documentazione d’archivio di una serie di sedute casalinghe risalenti alla fine degli anni Novanta, in cui i tre si erano ritrovati per sperimentare approcci nuovi: dal “jukebox”, una specie di assurdo karaoke plunderfonico in cui Mosso e Vasi erano stimolati a improvvisare testi e melodie vocali su frammenti di dischi suonati a sorpresa da Simonini, a una serie di libere improvvisazioni, per giungere a una stratificata reinterpretazione di una voce colta nell’etere di Radio Maria.

Ne esce un cd con ben 80 tracce, la cui lunghezza varia da pochissimi secondi a tre minuti, se eccettuiamo la più lunga “parole in movimento” conclusiva. Gioco e virtuosismo, riflessione sulla forma e sull’atto dell’ascolto, per il quale vale l’esplicito suggerimento di crearsi delle sequenze d’ascolto personalizzate, in una sorta di congiunzione tra il concetto di “opera aperta” e la più attuale playlist.

Riflessione sulla forma che è tipica di quel momento storico e che è esplicitata anche dal nome scelto per il progetto: FUORIFORMA, a significare non solo l’alterità rispetto alle forme consolidate, ma anche – ironicamente – l’appesantimento di forma dovuto al passare degli anni e la possibilità di “riforma” contenuta comunque nel termine.

Si ride e ci si diverte molto a saltellare tra le follie di questo lavoro, sanissima ginnastica dei sensi e del senso (quando sulla base sinfonica erompe un “il signore ha vinto un orsacchiotto di peluuuuche” è difficile trattenersi). Ci si sente continuamente fuori asse rispetto al presente, ma anche rispetto al tempo stesso in cui queste tracce sono state concepite e oltre al godimento – a tratti un po’ naïf – dell’ascolto, emerge una sorta di inquietudine di fondo molto novecentesca, di estraneità nel familiare.

In un epoca in cui le modalità stesse di produzione e fruizione sono in rapida evoluzione (di una trentina di miei studenti e studentesse al Master in Arts Management, venti-trentenni, molto attenti e appassionati di musica, solo un paio posseggono un lettore cd, ma nessuno ne compra), la forma di FUORIFORMA è così fuori forma, da essere paradossalmente una sorta di oggetto adamantino, feticcio extraterrestre che come in una puntata sadica di Black Mirror ruota dentro la percezione individuale e collettiva, rivelando a essa l’ancestrale e ancora attualissima potenza dell’invenzione.

A vostro rischio e pericolo!

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