Faizal Mostrixx, l'afrofuturismo in Africa
Esce su Glitterbeat il nuovo lavoro del musicista e coreografo ugandese Faizal Mostrixx
A un anno di distanza dall’EP Transitions, sei brani pubblicati dall’etichetta Glitterbeat, l’artista multidisciplinare ugandese Faizal Mostrixx continua le sue sperimentazioni multisensoriali e d’avanguardia nell’album Mutations, ancora per la stessa etichetta.
La sua presentazione sulla pagina Bandcamp parla chiaro: «Sono un artista versatile che si esprime nella danza, nella coreografia, nel lavoro sociale e nella produzione musicale, il cui obiettivo e interesse sono quelli di dare ai ritmi organici e agli strumenti tradizionali dell’Uganda una strumentazione elettronica poetica. La motivazione dietro il mio lavoro è quella di preservare e sviluppare l’eredità culturale africana». E, come avremo modo di vedere, Mostrixx fa tutto ciò in maniera spettacolare.
«La motivazione dietro il mio lavoro è quella di preservare e sviluppare l’eredità culturale africana».
Fino a maggio dello scorso anno, lo ammetto, non sapevo dell’esistenza di Faizal Mostrixx, quando mi imbattei nel video di “Transitions”: ritmi incalzanti, coreografie affascinanti e quel bambino, contemporaneamente antico e ipermoderno. Insomma, una folgorazione.
Un primo album Tribal Match, il suo lavoro come coreografo con il Teatro Nazionale di Kampala, la frequentazione di quel bacino di talenti che è Nyege Nyege, e poi il già citato EP, il punto di svolta della sua carriera.
Anche in Transitions la sua musica e i canti tradizionali sono associati in maniera indissolubile alle trame della musica elettronica. È anche una riflessione sulla bellezza che nasce dal rispetto delle specificità di ognuno e di come, attraverso questo apprezzamento, possano emergere nuovi orizzonti.
In quell’EP era presente anche il cantante e polistrumentista ugandese Giovanni Kiyingi, conosciuto per il suo folk tradizionale su basi sonore innovatrici fatte di campionamenti accattivanti, la cui voce ritorna in questo nuovo album. Faizal Mostrixx crea un nuovo mondo di energie "afro cosmiche", in breve tempo dà un contributo fondamentale a plasmare la nuova scena musicale di Kampala in rapida crescita con la sua fusione di suoni elettronici e ritmi Baganda, senza dimenticare i suoi spettacoli elettrizzanti.
«Afrofuturismo è espressione e, per me, è un modo per fondere la mia musica con radici ugandesi e le danze con le nuove forme e i nuovi strumenti artistici oggi disponibili. Così facendo apro infinite possibilità e nuove modalità che posso mettere nel mio lavoro» - Faizal Mostrixx, intervista concessa a GQ
Ora è il turno di Mutations, nove brani che musicalmente non si discostano dai sei dell’EP precedente, anche perché alcuni sono stati composti nello stesso periodo. La danza continua a essere una fonte d’ispirazione primaria: prendiamo "SandMan", una scena di danza rituale in cui un uomo affronta sé stesso in cerca d’identità, ballando attraverso il rumore di una società inquinata, e poi "Tunes of the Jungle", brano dalla cadenza upbeat.
Le due canzoni sono ispirate da diverse scenografie di danza: per sua stessa ammissione, alle volte è la storia della danza che viene per prima e Faizal la traduce in immagini o in suoni.
In quest’album compaiono strumenti che appartengono specificatamente alla tradizione ugandese e mi riferisco all’akogo (conosciuto anche come kalimba o mbira), all’endingidi (strumento a una sola corda) e all’enanga (strumento a sei o otto corde). Nel brano "Loosely" (in cui compare il cantante e rapper originario del Lesotho Morena Leraba) compaiono degli schemi ritmici re-immaginati provenienti dal Bagisu, nella zona orientale dell’Uganda: la canzone è stata registrata in Etiopia nel febbraio del 2021, durante una residenza di Faizal all’Alliance Française di Addis Abeba.
La danza reale Bwola di Acholi, nella parte nord, ispira "Mutations", mentre la già citata "Tunes of the Jungle" è costruita intorno a un racconto del popolo Baganda della parte centrale dell’Uganda.
Non posso non citare il brano d’apertura "Onions and Love", a mio avviso una delle cose migliori ascoltate in questa prima parte del 2023: costruito intorno al canto a cappella di Kebenesh, una donna che taglia le cipolle al ristorante dell’Alliance Ethio-Française ad Addis Ababa, che Mostrixx registrò in uno studio improvvisato, questo brano rappresenta la sintesi perfetta dell’Afrofuturismo dell’artista. «Lei sta cantando di un amante perduto di cui è alla ricerca in giro per la città», racconta Faizal, «lei non parlava inglese, abbiamo comunicato con il linguaggio corporeo e grazie ad altre persone. Trovo questo tipo di collaborazione fantastico».
Abbandoniamo la prospettiva occidentale: l’Afrofuturismo è sempre stato lì, generato dall’incontro tra i suoni tradizionali e le possibilità concesse da ogni nuova generazione di tecnologia. Certo, uno stile, ma andrei oltre e parlerei di un imperativo, di uno stato mentale o addirittura di uno stato di emergenza.
«Ci trasformiamo sempre in qualcos’altro. Anche l’universo muta continuamente. Il tempo, la luna, i cambiamenti stagionali, nuovi virus. La mutazione fondamentalmente è vita. Avendo tutti questi frammenti, mi piace metterli insieme, immaginare vita sempre più in là, creare questo mondo di Afrofuturismo» - Faizal Mostrixx