Dal deserto all’oceano: il viaggio dei Calexico
The Thread That Keeps Us è il nuovo album dei Calexico
The Thread That Keeps Us è il nuovo disco dei Calexico, nono della storia della band per Joey Burns e Joe Convertino.
Per trovare l’ispirazione necessaria a confezionare il nono album della propria carriera, cominciata ormai 23 anni fa, dopo le esperienze condivise dai fondatori Joey Burns e Joe Convertino in Giant Sand e Friends Of Dean Martinez, i Calexico si sono trasferiti dall’ambientazione classica di Tucson, sul margine orientale del deserto di Sonora, a un centinaio di chilometri dal confine con il Messico, verso Stinson Beach, a nord di San Francisco. E ciò ha influito sull’esito: il disco risulta infatti meno rifinito in confronto ai lavori precedenti, in un certo senso più “rock” (fa testo l’iniziale “End of the World with You”, che racconta “l’amore al tempo degli eccessi” come avrebbe potuto fare il compianto Tom Petty), e tematicamente poco fedele a quel suono della frontiera cui la band dell’Arizona deve la sua fama, benché uno degli episodi di spicco, “Flores y Tamales”, scandito a ritmo di cumbia con cantato ispanico, fisarmonica tipo Los Lobos e tromba mariachi, ne riaffermi la natura tex-mex.
Lo spettro stilistico dunque si amplia rispetto al canovaccio abituale: dall’inopinata grinta elettrica di “Dead in the Water”, che sa di Black Keys (e allude ai fomentatori d’odio: “Io faccio la legge e decreto un nuovo genere di collera”), all’altrettanto sorprendente groove reggae di “Under the Wheels”.
Non tutto fila liscio, a dire il vero: “Another Space” è un numero funky che scimmiotta con qualche imbarazzo i Talking Heads, mentre “Bridge to Nowhere” ha addirittura qualcosa dei Radiohead, senza uguagliarne però l’estro asimmetrico. La maestria del gruppo, tuttavia, è tale da trarlo quasi sempre d’impaccio e risalta nelle canzoni di migliore fattura, qual è ad esempio “Voices in the Field”, dove l’intreccio di chitarre riecheggia certi momenti magici dei Wilco. The Thread That Keeps Us non passerà alla storia quanto The Black Light, Feast of Wire o Carried to Dust, ma conferma comunque il valore assoluto della formazione capace anni fa di conquistare il cuore di Vinicio Capossela.