Aarset e Bang, fascino e distopia
L'ottimo Snow Catches On Her Eyelashes della coppia Eivind Aarset e Jan Bang
In questi giorni di ritiro forzato nei nostri ambienti domestici, l’ascolto di un progetto come quello del duo composto dal chitarrista Eivind Aarset e dal produttore e alchimista elettronico Jan Bang è esperienza che proietta in una dimensione ancora più aliena e, ora che la distopia dell’eterno, angoscioso, presente siamo noi, fluttuante in una sorta di bruma senza tempo.
Snow Catches On Her Eyelashes (uscito per ora in digitale, e che da metà aprile sarà disponibile anche in vinile e cd) immerge l’ascoltatore dentro dieci ambienti sonori dalla struttura cangiante, a volte metallicamente inquietanti, altre volte impastati con una dolcezza struggente (come in “Before The Wedding” o nel dondolio malinconico di “Two Days In June”, scritta originariamente per un lavoro della compianta coreografa tedesca Christine Brunel).
Sebbene si tratti di un lessico già stratificato nell’immaginario degli ascoltatori che amano incrociare queste traiettorie, affascinano l’equilibrio tra la semplicità di un arpeggio e il clangore borbottante della carbonella digitale, la pulsazione quieta da fantascienza quartomondista (“The Witness”) e le capriole amniotiche di “Serenade”, per giungere alla bruma minacciosa di “Monochrome”.
Si trovano telepaticamente Aarset e Bang: non solo per la lunga familiarità reciproca, ma per una naturale attitudine attrattiva tra una concezione chitarristica che gioca sull’aspetto timbrico e un’idea produttiva in grado di utilizzare i campionamenti e gli stessi suoni del compagno di avventure come materia sempre cangiante.
Che bellezza!