Vibrazioni cosmiche ad Ambronay

Il direttore Pierre Bornachot racconta la nuova edizione del festival di musica antica dell'Abbazia di Ambronay

Ambronay Festival
Foto di Bertrand Pichene
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classica

Dal 14 settembre al 7 ottobre nella Abbazia di Ambronay si svolgerà il Festival di musica antica che nel corso degli ultimi tre anni ha scelto di declinare il tema delle "vibrazioni". Dopo le edizioni intitolate Lumière e Souffle, è la volta di Cosmos, che conclude il trittico carico di suggestioni e di riferimenti allegorici che hanno caratterizzato i suoi programmi.

Per l’occasione la Capella Reial de Catalunya ed Hespèrion XXI diretti da Jordi Savall eseguiranno, nel consueto stile eclatante, un concerto intitolato Copernico, Armonia Universale nel quale verrà ricordata e celebrata la figura del celebre astronomo e matematico attraverso musiche legate ai luoghi nei quali lo scienziato soggiornò e operò nel corso della sua vita. Fra i titoli degli altri concerti si contano numerosi i riferimenti al cielo e alle stelle, come se lo sguardo dei musicisti che hanno aderito al tema di questa edizione fosse teso a cercare corrispondenze tra la terra e il cielo, e fra la vita dei sensi e quella dello spirito. Sotto questo profilo si potrebbe citare l’esecuzione di un oratorio giovanile di Händel sul libretto del cardinale Benedetto Pamphili, Il trionfo del Tempo e del Disinganno del 1707 presentato dalla Freiburger Barockorchester diretta da René Jacobs.

Tra le prime esecuzioni in epoca moderna risalta il concerto interamente dedicato alle musiche di Giovanni Paolo Colonna, maestro di cappella della basilica di San Petronio a Bologna, eseguite da Cappella Mediterranea e Choeur de chambre de Namur diretti da Leonardo García Alarcón. Il programma comprende la Messa in mi minore, il Dixit Dominus in re minore, e il Magnificat e il Requiem.

L’altra ripresa in epoca moderna riguarda la tragédie en musique Sémiramis di André Cardinal Destouches eseguita dal Choeur du Concert Spirituel e Les Ombres diretti  da Margaux Blanchard e Sylvain Sartre.

Tra gli appuntamenti di rilievo figura anche quello del gruppo Les Arts Florissants diretto da Paul Agnew, che presenterà un programma dedicato ai Responsori delle Tenebre di Carlo Gesualdo.

Una parte dei concerti si svolgeranno anche al di fuori dell’Abbazia, a Lione, come quello di Accentus e Insula Orchestra diretti da Laurence Equilbey che eseguiranno l’oratorio Die Schöpfung di Haydn, o le quattro repliche del concerto dedicato ai consort songs inglesi presentato dall’ensemble Correspondances diretto da Sébastien Daucé che comporterà una mise en scène curata da Samuel Achache che prevede la partecipazione di alcuni attori del collettivo La vie brève.

Come oramai di consueto anche quest’anno ci sarà il piccolo festival nel Festival dedicato ai giovani ensemble che godono del sostegno del progetto europeo Eeemerging. Nel suo programma saranno presenti gli ensemble che sono al primo anno di partecipazione: L’Apothéose, Improviso, Le Voci delle Grazie, Rumorum, El Gran Teatro del Mundo, e Cantoria.

La penultima data del Festival, il 7 ottobre, è stata intitolata “Journéee cosmique” e comprende diversi eventi: il concerto per liuto di musiche elisabettiane presentato da Hopkinson Smith e intitolato Heavenly Fantasy; la conferenza dell’astrofisico e ambientalista Hubert Reeves che è il padrino e ospite d’onore di questa giornata; il programma musicale Conversation avec le ciel presentato da Le Concert Étranger e Itay Jedlin con composizioni di Hammerschmidt, Telemann, Bruhns e Monteverdi; le canzoni popolari interpretate da Mariana Flores accompagnata dal piano e la chitarra di Quito Gato presentate con il titolo Estrellas Argentinas; e il concerto dedicato a madrigali e mottetti della Ars Nova italiana e francese, La bella stella, eseguito da Sollazzo Ensemble.

La conclusione del Festival è affidata al Coro e Orchestra Ghislieri diretti da Giulio Prandi che eseguiranno la Messa in re maggiore di Pergolesi e il Dixit Dominus di Jommelli.

Ambronau - Foto di Bertrand Pichene
Foto di Bertrand Pichene

Abbiamo chiesto a Pierre Bornachot, Directeur adjoint et délégué artistique del Festival, di presentare il programma.

Quali sono le novità di quest’anno?

«Per prima cosa si tratta della conclusione di un percorso triennale dedicato alle vibrazioni che evoca l’immensità dello spazio, e la maggior parte dei concerti sono stati pensati e realizzati appositamente per l’occasione, e tra questi ci sono due prime esecuzioni in epoca moderna».

«Fra gli altri aspetti innovatori va ricordato che abbiamo ideato uno spazio e una serie di eventi dedicati ai giovani e ai visitatori dell’Abbazia, con varie attività dal tono e dal carattere conviviale, e inoltre abbiamo cambiato il ritmo dei concerti, inserendo la  serie pomeridiana del sabato chiamata "a bordo scena", con delle proposte più accessibili che offrono al pubblico anche la possibilità di conversare  con i musicisti alla fine del concerto».

Le due prime esecuzioni in epoca moderna sono molto diverse tra loro, ma in entrambi i casi mettono in luce compositori raramente eseguiti.

«Per quello che riguarda Destouches c’è una storia interessante perché nel 2007 l’Accademia Barocca di Ambronay affidata ad Hervé Niquet era stata dedicata al compositore francese e alla esecuzione della comédie-ballet Le Carnaval  et la Folie. Tra i giovani esecutori c’era anche il flautista Sylvain Sartre, che ora torna ad eseguire Destouches con il suo ensemble Les Ombres, codiretto dalla gambista Margot Blanchard. Sémiramis è stata scritta trecento anni fa ed appartiene ad una interessante epoca di transizione e la sua musica è stupenda».

«L’altro concerto è una grande novità perché presenta le musiche di Giovanni Paolo Colonna, un compositore italiano praticamente sconosciuto in Francia. Sarà una vera scoperta perché si tratta di musiche che non mi risulta siano mai state eseguite fino ad oggi, e che sono state ritrovate nella Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna – tranne il Requiem che è conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi».

«Questo dimostra che i francesi amavano molto la musica italiana, anche perché il compositore Sébastien de Brossard definì  Colonna "il maestro dei maestri". Siamo contenti perché ancor prima dell’inizio del Festival, i biglietti sono quasi esauriti e ne sono stati venduti già ottocento, e non è poco per un compositore che quasi nessuno conosce».

Anche se non possiamo citarli tutti, ci sono altri appuntamenti molto interessanti.

«Certo. Per esempio il concerto dell’ensemble Correspondances che è una sintesi di teatro e musica con una messa in scena, del quale sarà protagonista la straordinaria cantante Lucile Richardot; anche in questo caso una produzione originale creata per il Festival. Voglio segnalare anche il ritorno di René Jacobs ad Ambronay, ed è un piacere averlo di nuovo tra noi con una ottima orchestra e con la bella musica di Handel, e la continuità della presenza di Les Arts Florissant, che nei tre anni precedenti hanno eseguito molti madrigali di Monteverdi, ed ora si dedicano a Gesualdo che è un compositore straordinario che non stato meno presente nei nostri programmi rispetto ad altri autori».

C’è anche la giornata cosmica.

«Sì è interessante perché con i suoi numerosi eventi altera il ritmo del festival. L’ospite d’onore è un astrofisico molto conosciuto in Francia, e la sua conferenza sarà molto interessante. Tutti gli eventi dureranno un’ora senza intervallo, e potranno essere seguiti dal pubblico perché non c’è alcuna sovrapposizione tra di loro».

«Vorrei anche ricordare che nel Chapitou, il grande tendone che è a fianco dell’Abbazia, il sabato sera si svolgono concerti di musica tradizionale e la domenica pomeriggio spettacoli musicali per i bambini e le famiglie».

Possiamo anticipare il tema del prossimo anno?

«Faremo una grande festa per celebrare i quarant’anni del Festival con tutti gli amici di Ambronay, ma al momento non posso dire altro».

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