Viaggio nel macrocosmo scarlattiano

Omaggio discografico a Scott Ross

Articolo
classica


Scott Ross

Tutte le sonate di Domenico Scarlatti

ERATO

Il mistero delle 555 sonate per cembalo di Domenico Scarlatti (1685-1757) è che non esistono originali autografi, ma solo raccolte redatte da copisti e oggi conservate a Venezia e Parma. I quindici volumi della Biblioteca Marciana sono noti come i 'manoscritti della regina', perché destinati a Maria Barbara di Braganza (1711-1758) principessa di Portogallo e poi regina di Spagna. La nobildonna aveva ereditato dal padre Dom João V la passione per la musica, ed ebbe la fortuna di avere il compositore al suo servizio prima come infanta e poi come consorte del principe delle Asturie, re Ferdinando VI, mecenate e protettore del celebre Farinelli. Nel 1941 Ralph Kirkpatrick (1911-1984) si mise per oltre un decennio sulle tracce di Scarlatti, tra Italia, Portogallo e Spagna, e redasse uno studio magistrale che è ancora un punto di riferimento imprescindibile per la conoscenza delle vicende biografiche e dello stile musicale del compositore. Nel giugno del 1984, un altro clavicembalista di origine americana, Scott Ross, diede avvio ad una impresa altrettanto importante, quella della registrazione dell'intero corpus delle sonate scarlattiane, mai realizzata prima di allora e frutto della collaborazione tra Erato e Radio France. Per celebrare il terzo centenario della nascita del compositore, le sonate vennero presentate in un lungo ciclo di trasmissioni radiofoniche - con la Kk 231 come sigla di apertura - che anticipò l'edizione discografica del 1988. Il suo carismatico anticonformismo gli consentiva di stabilire una intensa comunicazione con il pubblico, e l'intensa attività di studio non gli impediva di coltivare molteplici interessi, dalla mineralogia alla botanica, dai vulcani ai gatti, rendendo particolarmente interessante la sua figura di virtuoso eccentrico. Le sue registrazioni, già accolte con molto interesse e favore, continuano a suscitare una profonda ammirazione ancora oggi, e la terza edizione del cofanetto di 34 cd (la seconda è del 2005) è un doveroso omaggio allo straordinario talento e alla memoria del musicista scomparso prematuramente nel 1989 a soli trentotto anni.

Nella interpretazione di Ross non c'è sonata che non risulti interessante grazie al prorompente fluire delle idee musicali e alla sapienza ritmica che esalta il rutilante universo clavicembalistico scarlattiano, scandagliato nei suoi più profondi recessi: dalla pagina più semplice o didascalica, il cui risultato dipende dal gusto e non dalla tecnica come amava ripetere, alla più complessa e virtuosistica affrontata con la naturalezza e la verve che contraddistinguono il suo inconfondibile tocco. A distanza di tempo queste registrazioni appaiono come una sorta di testamento artistico, poiché vennero portate a termine in soli quindici mesi, probabilmente già con la premonizione di non avere ancora molto tempo da vivere a causa della malattia che lo aveva inesorabilmente colpito. Ma ciò non traspare in una intervista del 1986 nella quale dichiarava che la 'maratona' era dovuta al bisogno di rispettare la scadenza delle trasmissioni previste nel calendario del terzo centenario, oltre che dalla adesione allo spirito di Scarlatti che certamente le aveva scritte di getto. L'eleganza e la vitalità del suo stile interpretativo sembrano prendere alla lettera il motto "Vivi felice!" posto da Scarlatti alla fine della introduzione ai suoi Essercizi per gravicembalo, l'unico piccolo gruppo di sonate pubblicate a Londra nel 1739, tale è la gioia che procura l'ascolto di questa preziosa raccolta integrale.

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Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni

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