Da sette anni l’estate veneziana è più ricca grazie a Women for Freedom in Jazz, una maratona estiva di musica e buon cibo ma anche solidarietà a sostegno dell’organizzazione umanitaria Women for Freedom. Dal 6 luglio al 7 settembre, ogni giovedì alle 20.30, sulla terrazza panoramica al quarto piano dell’Hotel Carlton on The Grand Canal, proprio di fronte alla stazione ferroviaria, sfileranno anche quest’anno alcune delle voci femminili più belle del jazz (e non solo) per dare anche un aiuto concreto alle donne del mondo in difficoltà. Il luogo scelto per un programma che accosta antico con moderno, tradizioni e culture lontane con sperimentazioni contemporanee, è decentrato rispetto alle zone più congestionate ma preziosa è comunque la vista che abbraccia il paesaggio di cupole, campanili, archi e guglie della città lagunare. Per parlare di cosa accadrà attraverso tutta l’estate in questa nuova stagione di Women for Freedom in Jazz abbiamo incontrato la sua curatrice fin dalla prima edizione, Elena Ferrarese.
Come nasce l’iniziativa e come si collega all’organizzazione Women for Freedom e ai suoi obiettivi umanitari?
«Nel 2017 la signora Paola Cori, proprietaria dell’hotel Carlton On The Grand Canal di Venezia, mi ha commissionato l’organizzazione di un ciclo di concerti sulla splendida terrazza al quarto piano dell’hotel, affacciata sul Canal Grande. Conosceva la mia passione per il jazz e la bossa nova e riteneva che questi fossero i generi musicali più adatti per l’atmosfera piacevole e rilassante che si respira in questo luogo d’estate, tra un aperitivo fatto a regola d’arte e una cena gourmet. Io avevo appena conosciuto Davide Parise, co-fondatore di Women for Freedom, un’organizzazione umanitaria che mi aveva profondamente colpito per com’era cresciuta in poco tempo, per le bassissime spese destinate alla struttura dell’associazione e per la capacità di aiutare davvero, senza creare dipendenza da aiuto, credendo quindi non solo nell’importanza del diritto delle donne di essere libere e indipendenti, ma anche nella loro forza ed energia nel rimettersi in piedi e nel creare a loro volta valore attorno a sé».
Di cosa si occupa Women For Freedom?
«Women for Freedom ha progetti in 7 paesi del mondo, cioè Italia, Bolivia, India, Camerun, Nepal, Togo, Romania. La sua missione è aiutare donne e bambini a raggiungere il pieno godimento dei diritti fondamentali, offrendo protezione, educazione, assistenza e riabilitazione alle vittime di traffico umano, sfruttamento sessuale, violenza e povertà, e diffondendo una cultura del rispetto. È stato quasi spontaneo per me unire le due cose e proporre una maratona di concerti e solidarietà a sostegno di Women for Freedom, invitando le più belle voci femminili del jazz e della bossa nova in Italia, e non solo, a cantare per le donne del mondo e per i loro bambini in difficoltà».
Chi sostiene la rassegna?
L’hotel Carlton, credendo nel progetto, finanzia completamente la rassegna con i propri sforzi e fa una donazione finale all’organizzazione umanitaria che, in 6 anni, è arrivata a 21 mila euro. L’Amministrazione comunale di Venezia sostiene il progetto in termini di patrocinio e diffusione dell’informazione alla città, avendo inserito negli anni la rassegna all’interno del suo circuito degli eventi “Le città in festa”. Per le aziende sta diventando sempre più importante, in questi ultimi anni (per fortuna, aggiungo), porre attenzione ai temi legati alla sostenibilità, all’ambiente, ad una società più giusta, dove i diritti umani siano riconosciuti a tutti, in accordo con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu. Con questa iniziativa il Carlton ha anticipato i tempi già sette anni e quest’anno riceverà da Women For Freedom il riconoscimento di “Azienda For Freedom” ».
Quali sono le linee che segui nelle tue scelte artistiche?
«La rassegna si è evoluta sperimentando negli anni la situazione, le collaborazioni, il pubblico, l’equilibrio tra ospiti dell’hotel e ospiti esterni. In ogni edizione si è cercato comunque di mantenere alta la qualità delle proposte, di portare un arricchimento culturale condividendo progetti musicali inediti e musiche provenienti da diverse culture del mondo. In linea con i progetti dell’organizzazione umanitaria Women For Freedom, che mette al centro la donna, più frequentemente oggetto di violenze e discriminazioni (progetti che raccontiamo in occasione dei concerti), i riflettori sono sempre stati accesi soprattutto sulla musica e sulle voci femminili, ma abbiamo avuto la fortuna di avere certamente tra i nostri artisti anche indiscussi talenti e voci maschili, e non mancheranno pure quest’anno (tra gli altri, Marco Centasso, Daniele Santimone, Daniele Galletta, Mattia Magatelli, Lorenzo Liuzzi). Per il secondo anno poi abbiamo il piacere di ospitare, grazie a Claudio Donà, una chicca estratta dalle più recenti uscite discografiche di Caligola Music: si tratta del Cuarteto Remedio, il 20 luglio, un quartetto d’eccezione, composto da Laura Vigilante, voce, David Soto Chero (chitarra, cuatro, charango), Alberto Zuanon (contrabbasso, voce) e Sergio Marchesini (fisarmonica), che ha appena pubblicato l’album Semillas».
La rassegna si apre il prossimo 6 luglio con la cantautrice milanese Simona Severini “in un percorso attraverso canzoni originali e melodie antiche e contemporanee immerse in un sound fatto di pochi elementi musicali e molte voci”. Non solo jazz quindi?
«Siamo davvero felicissimi di aprire con un’artista così originale, creativa, indipendente e talentuosa come Simona. In realtà l’attività di Simona, cantante e cantautrice dalla formazione poliedrica, si è inizialmente sviluppata nell’ambito della musica jazz attraverso le collaborazioni con alcuni musicisti, tra cui Giorgio Gaslini, Enrico Pieranunzi, Gabriele Mirabassi. Il jazz e la bossa nova sono stati i generi predominanti in questa rassegna, ma in generale ci permettiamo di uscire dai confini, facendoci contaminare dalle musiche etniche, o dalla musica originale delle cantautrici, nel 2023 forse un po’ di più. La chiusura di quest’anno, ad esempio, è affidata alla straordinaria Erica Boschiero, il 7 settembre, anche lei molto sensibile ai temi legati alla sostenibilità, che porterà i brani del suo album Respira, finalista al Premio Tenco 2022 nella categoria Miglior album italiano in assoluto, ma anche qualche sorpresa inedita, nonché canzoni che l’hanno portata ad essere considerata una delle più coinvolgenti cantautrici italiane».
Qualche highlight della rassegna di quest’anno?
«Ho già citato Simona Severini ed Erica Boschiero. Saranno tutti appuntamenti da non perdere, molto diversi, ma tutti speciali. Ci tengo a segnalare un trio che desideravo invitare da tempo, che sarà protagonista al Carlton il 24 agosto: l’Indaco Trio, composto da tre musiciste molto apprezzate della scena jazz italiana – Silvia Donati, voce Camilla Missio, contrabbasso, Francesca Bertazzo Hart, chitarra – che ripercorrerà i momenti della carriera di Billie Holiday e Nina Simone con voce, basso e chitarra mostrando una nuova prospettiva delle canzoni delle due leggende. Il 31 agosto potremo conoscere Ilaria Fantin, liutista e polistrumentista già nota in Italia e in Europa nell’ambito della musica antica, in una nuova veste in solo e con uno strumento unico: grazie a lei lo scorso marzo è uscito il primo arciliuto elettrico della storia dal laboratorio Manne Guitars di Andrea Ballarin. S’infiltreranno poi musiche dal mondo, come il forrò portato da Rosa Emilia Dias il 13 luglio, o la musica baiana di Nilza Costa il 10 agosto».
C’è un’artista che non siete riusciti a programmare finora ma che “ci stiamo lavorando”?
«Women fo Freedom In Jazz non ambisce ad essere paragonato ai grandi festival jazz più noti. La situazione intima, i cachet e gli obiettivi sono diversi. La sfida qui è far sì che il pubblico torni a casa portandosi un’emozione per l’indimenticabile serata nella suggestiva terrazza, un arricchimento culturale, avendo l’occasione di conoscere progetti artistici nuovi, originali, stimolanti, ma anche una nuova consapevolezza e sensibilità maggiore verso le condizioni delle donne nel mondo attraverso i progetti di Women for Freedom, e uno stimolo per contribuire a migliorarle. Ecco perché in questi anni sono rimasta sorpresa della scelta di molte eccezionali artiste di partecipare, sposando la causa con il cuore. I nomi sono tanti: As Madalenas, Enrica Bacchia, Francesca Tandoi, Alessia Obino, Paola Furlano, Valentina Fin, Angela Milanese, Rita Bincoletto, Sara Fattoretto, Camilla Ferrari, Camilla Busetto, Piera Acone, Carlotta Martorana, Jennifer Cabrera Fernandez, Francesca Viaro, Silvia Defend ma ce ne sarebbero molti altri. Se si parla di grandi voci italiane del jazz non si può non pensare anche ad artiste come Ada Montellanico o Maria Pia De Vito. Mi piace molto anche Veronica Harcsa, una delle migliori voci di Budapest. Chissà se un giorno riusciremo ad averla con noi!»
A chi si rivolge principalmente l’iniziativa di “Women for Freedom in Jazz”? È aperta a tutto il pubblico o esclusivamente riservata ai clienti del Carlton?
«Per gli ospiti del Carlton i concerti sono un valore aggiunto alla scelta della già raffinata location dove trascorrere la serata e il soggiorno. Ma i concerti sono aperti a chiunque ami questa musica dal vivo, e voglia fare l’esperienza di cenare tra i tetti di Venezia e il Canal Grande, lasciandosi incantare dalle splendide voci delle nostre artiste. I concerti si tengono dalle 20:30 alle 22:00. La cena è obbligatoria: si può scegliere tra le proposte del Ristorante La Cupola, oppure approfittare dell’offerta dedicata esclusivamente a questa iniziativa: antipasto, primo piatto, secondo piatto, un calice di vino e acqua minerale a 40 euro».