Studiare il Canto gregoriano

Il Corso Internazionale di Canto Gregoriano della sezione italiana dell’AISCgre compie quaranta anni: intervista a Giovanni Conti

Canto Gregoriano AISCGre
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Dal 22 al 27 luglio 2019 ad Arco, in provincia di Trento, si svolgerà la sessione estiva del corso di canto gregoriano organizzato per il quarantesimo anno dall’Associazione Internazionale di Studi di Canto Gregoriano (AISCGre). La sessione invernale si svolgerà invece dal 2 al 5 gennaio 2020 a Cremona, la città dove è nato e cresciuto il progetto di didattica del canto piano che nel tempo è divenuto un importante punto di riferimento europeo. 

Il corso teorico pratico è suddiviso in tre distinti livelli fondamentali, più un corso superiore e un corso monografico, corrispondenti alle fasce principiante, intermedio, e avanzato. Il primo livello corrisponde alle esigenze di chi intende avvicinarsi al mondo della monodia liturgica, e ha un carattere introduttivo che parte dalle basi del repertorio dei canti della Messa e della Liturgia delle ore, e dagli elementi fondamentali di paleografia della notazione neumatica.

Il secondo livello è dedicato alla semiologia della notazione e alle scale modali, ulteriormente approfonditi nel terzo livello. Il corso superiore è finalizzato alla analisi e alla interpretazione, mentre quello monografico, in questa nuova edizione, è dedicato alla musica e alla liturgia della Vigilia di Pasqua, ma nella sessione invernale entrambi i corsi convergeranno affrontando in profondità il delicato rapporto tra melodia e testo verbale.

I docenti delle due sessioni sono Claudio Accorsi, Juan Carlos Asensio, J. Berchmans Göschl, Giacomo Baroffio, Giovanni Conti, Angelo Corno, Alessandro De Lillo, Guido Milanese, Maurizio Verde e Riccardo Zoja, e sul sito dell’AISCgre è possibile scaricare il programma, che contiene anche tutte le informazioni per l’iscrizione e il soggiorno nel comune dell’Alto Garda. Per avvicinare il gregoriano anche ai più giovani, tra gli otto e i quattordici anni, dal 24 al 26 luglio è previsto uno specifico “Laboratorio vocale propedeutico allo studio della monodia sacra”.

Giovanni Conti, presidente della sezione italiana della Associazione e vice presidente di quella internazionale, e direttore scientifico dei corsi, ne racconta la genesi.

Come è nato il corso quaranta anni fa?

«L’Associazione esisteva già da qualche anno, ed era l’epoca nella quale Eugène Cardine e Luigi Augustoni vivevano il momento più felice dell’entusiasmo relativo alla ricerca semiologica, attraverso i cui risultati comprendere i segni neumatici dei codici altomedievali per trasferirli nella prassi esecutiva. Per questo si sentì l’esigenza di creare dei momenti di formazione in un contesto internazionale per sopperire alla mancanza di occasioni del genere e per diffondere il più possibile il significato del segno, sulla base del ritmo verbale, ossia il ritmo della parola. Cremona era un luogo favorevole sia perché vi abitavano alcuni dei soci della Associazione, e sia per il contesto creato dalla Scuola di paleografia e filologia musicale, così si chiamava allora, un luogo ideale anche perché vi si respirava l’interesse verso la musica antica. L’Associazione era nata a Roma nel 1975, ma poi fu trasferita a Cremona dove c’era la sede legale».

Chi sono stati i promotori e i primi docenti?

«Cardine già dal primo corso, e insieme a lui Luigi Augustoni, Nino Albarosa ai quali si affiancarono personalità come J.B. Göschl, Rupert Fischer, Godeard Joppich solo per citarne alcuni. Grazie a loro Cremona divenne un luogo di richiamo internazionale, basti pensare che nei primi anni si è arrivati ad avere centocinquanta corsisti, e molti di questi, dopo gli anni di formazione, hanno a loro volta creato dei corsi nei rispettivi paesi di provenienza». 

«AISCGre è la casa di tutti coloro che si interessano al Gregoriano, e vogliono dialogare e trovare una strada comune».

«Va ricordato che si tratta di un repertorio che per secoli ha avuto una funzione all’interno di una istituzione dalla vocazione universale e quindi materiale musicale dalla valenza anche missionaria e di trasmissione della Fede. Le antifone che cantiamo sono per la maggior parte le stesse che si cantavano più mille anni fa… L’associazione è dunque la casa di tutti coloro che si interessano al Gregoriano, e vogliono dialogare e trovare una strada comune». 

Prima della sede di Arco, la sessione estiva si svolgeva altrove.

«Per alcuni anni abbiamo svolto la sessione estiva a Venezia grazie alla prestigiosa collaborazione della Fondazione Levi, nella splendida sede sul Canal Grande. Poi per ragioni logistiche, anche a seguito della richiesta di numerosi allievi, abbiamo optato per un luogo dove soggiornare fosse più accessibile dal punto di vista economico. Va anche ricordato che in Trentino c’è una grande tradizione corale, e Arco si trova a metà strada tra il Lago e la montagna, e poiché abbiamo molti corsisti giovani, ci è sembrata la soluzione ideale anche grazie alla disponibilità degli amministratori locali».

In media quante persone seguono i corsi?

«Oggi circa settanta, ottanta persone, costituendo una tendenza pressoché stabile dopo il momento culminante dell’interesse nei confronti per il Gregoriano degli anni Novanta. Da allora l’interesse è rimasto costante e se nel tempo è diminuito il numero dei partecipanti è invece aumentata la loro qualità e il loro tipo di impegno e questo ci ha spinti ad alzare l’offerta formativa. Molti dei partecipanti seguono il corso progressivamente per cinque anni, fino a raggiungere un buon livello di preparazione sul quale vegliamo costantemente e che verifichiamo. L’impegno di studio con il quale si confrontano è intenso e si lavora sette ore al giorno, sotto la guida di docenti riconosciuti a livello internazionale. Le due sessioni sono complementari, ma, naturalmente, è possibile seguirle costruendo un percorso formativo personalizzabile».

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