50 cd stampati e distribuiti tra amici e appassionati durante l’evento inaugurale: iniziava così il percorso della Stochastic Resonance. Era il novembre del 2011 quando dalle idee di Ynaktera e Scual nasceva a Roma il progetto di un collettivo artistico votato alla musica, al teatro, alla poesia ed alle arti figurative e visive.
Stochastic Resonance guiderà il percorso partendo proprio dalla musica per poi presentare man mano l’ampiezza di un ventaglio espressivo che oggi, dopo diciassette release e numerosi eventi, ci fa ben comprendere quell’esigenza di non avere limiti stilistici o progettuali dichiarata sin da subito dagli stessi.
Abbiamo chiacchierato con Lorenzo Ciciani (alias Scual – acronimo di Special Cures for Uncurable Anesthetized Lovers) e Dario Colozza (Ynaktera) su passato, presente e futuro di Stochastic Resonance.
LORENZO: «Iniziai a collaborare con Dario (Ynaktera) agli inizi del 2011 (lui si occupava della musica, mentre io dei visuals) dando vita al progetto noise-oriented Hypterion con cui ci stavamo divertendo parecchio. Penso fu proprio questo che accelerò un’idea già parzialmente formata nella testa di Dario, di creare un network di artisti da cui attingere per ampliare idee lavorative che stavano spuntando durante la collaborazione».
«Al primo incontro organizzato fu evidente l’estrema varietà di background delle persone riunite, musicisti elettronici e acustici, cantautori, visual artists, illustratori… Fu qui che si andò a consolidare l'esigenza di esplorare e sperimentare con la multimedialità, potendo attingere a varie sensibilità tecniche ed artistiche».
«Il nome, Stochastic Resonance, nasce proprio durante uno di questi primi meeting, ed essendo tratto da un fenomeno fisico per il quale un segnale può essere amplificato se viene aggiunto a uno randomico (fondamentalmente noise), ci sembrò ricollegarsi perfettamente con quell’idea di risonanza creata dai “diversi” contributi dei singoli che, attraverso una continua sperimentazione, potesse produrre un risultato amplificato e “aumentato”».
«Inoltre, richiamando con questo nome un fenomeno propriamente fisico, credo già riecheggiasse in maniera molto implicita anche un approccio più tecnico e scientifico alle discipline, delineando sin da subito – quasi – anche una forma di estetica».
1111011, il nome della prima release e data di lancio del progetto stesso, sancisce e formalizza la nascita della label con quattro brani di elettronica sperimentale, deep techno, richiami new age e finiture scientifiche che lasciano intendere sin da subito un’apertura verso differenti forme comunicative. E se in prima battuta la grafica e in parte i suoni potevano ricondurre il progetto all’esperienza di label come Raster Noton e 12k, è poi bastato un ascolto più attento per evidenziare forme e riferimenti vicini ad esempio ad Autechre, Monolake, Oneohtrix Point Never, e più in generale a un’idea di suono libero e pronto a lasciarsi contaminare.
Quei primi quattro brani erano frutto del lavoro di Ynaktera, Ghostphace, Morphicwave e Frank Martin, che insieme alla grafica di Scual ci danno una buona visione d’insieme su chi fossero i membri originari del team.
Nel tempo il gruppo di lavoro è mutato, essendo per sua natura un corpo con libero accesso a chiunque, ha visto entrare e uscire di scena numerosi collaboratori che hanno lasciato il loro contributo ed aiutato il progetto ad evolversi. Allo stato attuale, oltre ai membri fondatori Ynaktera e Scual, fanno parte del network Roberto Benigni dei Kolmitt, Giuseppe Carlini (Agan), Matteo di Giamberardino (IMOK), Kenta Kamiyama, Anacleto Vitolo (AV-K, K.lust), Marco Malasomma, Hatori Yumi e BinaryCodedBrain.
Ed è proprio per mano del “padrone di casa”, Ynaktera, che è arrivato il primo album ufficiale della label, Permutation.a del 2012, un disco di elettronica notturna e cristallina, crogiuolo di microsuoni e atmosfere rarefatte, sintesi ed elaboratissima casualità, seguito a poca distanza da un secondo album (sempre dello stesso Ynaktera) più crepuscolare e riflessivo, Waves Of Bosnia. Sono dischi che hanno aperto la strada a collaborazioni e nuova musica accolta e lavorata sempre con entusiasmo e progettualità condivisa, prodotta poi, come tutte le release della label, in un numero limitato di copie.
DARIO E LORENZO: «Ogni progetto è differente e viene approcciato secondo le esigenze del caso. Tolta la parte più core di management, la comunicazione e produzione che curiamo insieme, tutte le idee e le iniziative vengono sempre pubblicate in un gruppo di lavoro comune, siano esse proposte di installazioni, performance o collaborazioni con terze parti. In quel gruppo avviene la prima scrematura: se una proposta ha acquistato la giusta inerzia, così accresciuta e modificata dai vari rimbalzi tra membro e membro, allora si passa a una seconda fase di strutturalizzazione in cui si dividono i ruoli secondo le competenze più appropriate disponibili al momento, ed in cui si individuano i seguenti step produttivi. Ognuno è libero di proporre e intervenire nello sviluppo».
«Per quanto riguarda le release discografiche, guida molto l’autore del lavoro. Spesso accade che ci vengano sottoposti degli album o una serie di tracce già a un livello avanzato di sviluppo. Una volta valutata la bontà del lavoro e la sua congruenza rispetto alla nostra estetica supportiamo l’artista nel terminare la produzione audio, cercando però, al tempo stesso, di ampliare il progetto e la visione iniziale, affiancando altri contributi di media diversi, creando quindi collaborazioni – per esempio – con visual artists o illustratori, così da avere un mutuo scambio di idee e di influenze, al fine di creare delle opere unitarie su più fronti: la musica, le grafiche, i video, etc. La parte grafica e del packaging – con qualche eccezione – viene curata da Lorenzo, mentre Dario si occupa dei mastering, a seguito di queste attività si chiude il lavoro e si manda in stampa».
«Parallelamente alla produzione, si comincia ad impostare anche la parte del live show, solitamente forte delle inerzie create durante lo sviluppo tra gli artisti. Ma anche in questo caso non seguiamo un approccio fisso: ad esempio l’ultima release è stata completamente curata e prodotta da Marco Malasomma dal punto di vista musicale, mentre le grafiche sono state prodotte da Jime Ghirlandi. Ci piace lavorare utilizzando molto i canali digitali, con il fatto che Lorenzo si trova a Londra la maggior parte delle decisioni ed attività viene fatta da remoto utilizzando mail e chat, possiamo dire che è un metodo ormai collaudato che ci permette i lavorare in differita l’uno dall’altro riuscendo a sfruttare al meglio i diversi momenti liberi che ognuno di noi ha».
Cercare di arricchire e stratificare ogni progetto sfruttando le diverse competenze che ogni membro del gruppo possiede, è questo il vero cuore nobile di Stochastic Resonance, un lavoro che tende può considerarsi mai chiuso, bensì sempre pronto ad accogliere e canalizzare nuovi input, una consistenza liquida in grado di dar vita a progetti da curare nel tempo per accrescerne le potenzialità. Un metodo di lavoro che ha dato vita a diversi eventi ed esibizioni live a partire dal 2012 nei quali il collettivo si è esibito, tra gli altri, in spazi come il FAX, il Museo dell’Altro e dell’Altrove o il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, dove hanno mandato in scena spettacoli in cui musica, visual, teatro e ballo hanno rappresentato di volta in volta in maniera tangibile le idee del gruppo.
DARIO E LORENZO: «Abbiamo collaborato con danzatori e coreografi come Lisa Naugle (docente di Danza del Department of the School of the Arts all’Università di California, Irvine) e il suo corpo di ballo in occasione dell’Aggregator festival, poi con Viviana Filippello e gli Organic Systems, per l’evento di lancio che organizzammo per la release 1212012. E di nuovo con Viviana quando, collaborando con PLEASED project, uno spin-off dell'università di Roma La Sapienza, abbiamo creato una tripla rappresentazione (musica, video, danza) dei dati collezionati dalla stimolazione di piante utilizzate come sistemi di monitoring, per essere mostrati al TEDx di Roma».
«Per il teatro abbiamo co-prodotto una performance con 8root, la compagnia teatrale di Adriano Mainolfi, in questa collaborazione abbiamo esplorato il teatro post-drammatico ed il suo impatto con la rivoluzione estetica digitale».
«Abbiamo collaborato a più riprese anche con Valentina Ciaccia ed il Teatro Dei Colori. Soprattutto BinaryCodedBrain ha più volte contribuito alle scenografie».
Sono molti i dischi ai quali prestare particolare attenzione, a partire dal numero 4 del catalogo, una splendida compilation intitolata 1212012 - Ending Beforeward, ad album intensi come Oscillations di Ghostphace, un caleidoscopio di suoni e colori diviso tra reminescenze cosmiche e tagli squisitamente UK, o il meraviglioso album di Agan: Amplification of Movements, stampato su vinile e forte di sei introspettivi brani ambient costruiti su tappeti musicali invasi di raffinati suoni elettronici, o gli ultimi due arrivi Kenta Kamiyama (che aveva già contribuito con il numero 007 del catalogo, il bellissimo Signs Of Rain) e Marco Malasomma, il primo in un’emotiva suite ambient portata al picco dal suono della chitarra, mentre il secondo in un grandioso viaggio rituale tra didjeridoo, tamburi, voce ed elettronica che aggiunge un nuovo affascinante tassello nella discografia della label. O, ancora, l'eccellente lavoro di M.K.R., Unfolding Spaces, sospeso tra ritmi spezzati e atmosfere hi-tech. Ma in ognuna delle release è possibile riscontrare un animo da grandi esploratori, ascoltare l’intera discografia significa immergersi in scenari elettronici sofisticati ed intimi, piccole gemme di un universo immenso dalle infinite combinazioni.
«Vorremmo riuscire a restituire al fruitore quello che più si avvicina alla visione concepita dall’artista. Quello che però speriamo ci differenzi é questa serie di interventi “randomici” atti ad “amplificare” in qualche modo la ricezione della visione iniziale. Nel nostro approccio qualsiasi lavoro è il frutto, sì di un’idea iniziale, ma sempre messa in risonanza con le entità del gruppo. Esemplarmente, l’album di Malasomma é stato si prodotto da lui, ma arriva dopo una serie di collaborazioni e sperimentazioni live avvenute con BinaryCodedBrain, fondamentali sia per la definizione dell'aspetto estetico – musicale e visuale – sia per quello concettuale».
«Né noi, né in larga parte gli artisti che gravitano nel progetto, viviamo esclusivamente di musica, e penso che questo sia un grande vantaggio in quanto ci esonera dal fare cose che non ci interessano veramente, anzi avendo poco tempo a disposizione siamo “costretti” a scegliere di volta in volta solamente le cose veramente importanti. Vorremmo che Stochastic Resonance fosse vista da fuori come una realtà che si muove nell’alveo della musica elettronica sperimentale e contemporanea con una proposta artistica matura, variegata, e di qualità e che, evolvendosi nel tempo e espandendo la sua visione, abbia il coraggio di proporre prodotti diversi non dovendosi sentire costretta in dei binari predefiniti».
La cura nella realizzazione di packaging di volta in volta diversi, creativi e sofisticati è un’altra delle caratteristiche della label ed un ulteriore tassello che va a sancirne tratti di unicità.
Abbiamo maledettamente bisogno di progetti come Stochastic Resonance, ne abbiamo bisogno per alzare l’asticella, diffondere un metodo che significa semplicemente fare bene, farlo con passione, farlo facendo interagire uomini ed arti. Abbiamo bisogno continuamente di sentirci vivi e di spunti che ci permettano di trasformarci in tanti piccoli veicoli per formare un grande convoglio, utilizzando la musica e le arti come messaggeri di una socialità costruttiva e proiettata al futuro.