Lasciata alle spalle la sosta forzata causata dalla pandemia dello scorso anno, il Settembre dell’Accademia torna con una nuova edizione che si svolgerà dal 4 settembre al 3 ottobre. Un mese intenso per il festival di orchestre internazionali organizzato dall’Accademia Filarmonica di Verona e che riparte con un cartellone che ha il profumo della rinascita, disegnato dal Presidente e direttore artistico Luigi Tuppini coinvolgendo una maggioranza di orchestre e solisti che mai si erano esibite nel contesto veronese.
Nel quadro di questa XXX edizione ritroveremo inoltre ospiti abituali del Teatro Filarmonico, chiamati a completare un programma che prevede otto concerti in grado di offrire debutti e conferme, a riprova dello spirito di una manifestazione con le radici nel passato e lo sguardo rivolto al futuro.
Ad incorniciare il festival per il mese di settembre ecco quindi le conferme rappresentate da compagini già conosciute e amate dal pubblico del Teatro Filarmonico come la Baltic Sea Philharmonic guidata dall’estroso direttore estone Kristjan Järvi, presente il 4 settembre in apertura di cartellone con un programma dedicato all’elegante figura del cigno con musiche di Arvo Pärt, Sibelius e Čajkovskij, e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal giovane direttore inglese di origini indiane Alpesh Chauhan (30 settembre), impegnato in un programma che prevede il Concerto per violoncello di Dvořák e la Sinfonia n. 4 di Brahms, coinvolgendo come solista il madrileno Pablo Ferrández, già vincitore del premio Čajkovskij.
Il 10 settembre è di scena la National Philharmonic Orchestra of Russia diretta da Vladimir Spivakov, grande violinista e direttore al debutto che propone il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov (solista Ivan Bessonov), e la Sinfonia n. 5 di Čajkovskij. La National Philharmonic è anch’essa come la Baltic un’orchestra di recente fondazione, segno di vitalità da parte dei paesi nordici, nata con l’esplicito disegno di dare a Spivakov un ruolo centrale nel panorama direttoriale moscovita.
Proseguendo nella lettura del programma troviamo, il 13 settembre, per la prima volta a Verona la celebre Orchestra Mariinskij di San Pietroburgo diretta dall’ancor più celebre Valery Gergiev. Il direttore, originario dell’Ossezia, è una star del podio, un musicista di straordinario talento con il dono dell’ubiquità, o quasi: vive praticamente di musica e per la musica, è attivo su molteplici fronti dell’opera e del sinfonico al servizio dell’orchestra che ha creato a sua immagine, ma anche di orchestre con cui ha intrecciato rapporti stabili come London Symphony e Münchner Philharmoniker. Naturalmente il repertorio russo (ma anche Wagner) è nel suo Dna, ma sarà interessante ascoltare la sua chiave di lettura in un repertorio meno battuto anche di primo Ottocento: l’Ouverture di Guglielmo Tell di Rossini, la Sinfonia n. 3 “Scozzese” di Mendelssohn, oltre a una selezione da Romeo e Giulietta Op. 64 di Prokof’ev elaborata dallo stesso Gergiev.
Il 19 settembre torna al Settembre dell’Accademia quel miracolo di longevità artistica e creativa rappresentato da Martha Argerich, qui presente con la Manchester Camerata diretta da uno dei tanti amici e compagni di viaggio della sua straordinaria carriera: Gábor Takács-Nagy. Al suo fianco un celebre trombettista, Sergei Nakariakov, per il Concerto per pinoforte n. 1 di Šostakóvič, mentre completano il programma musiche di Elgar, Bartók e Čajkovskij.
Anche un’altra stella del pianoforte, la giovane Yuja Wang al suo debutto a Verona, si esibisce quattro giorni dopo (23 settembre) proponendo una pagina di Šostakóvič, in questo caso il Concerto per pianoforte n. 2. Con lei la Mahler Chamber Orchestra, con un programma variegato che passa da Haydn (Sinfonia n. 31) a J. S. Bach (Concerto n. 5 BWV 1056), per arrivare all’Ottetto di Stravinskij. Wang è l’altra grande novità assieme a Lang Lang della ribalta cinese del pianoforte entrata prepotentemente nel mondo musicale degli ultimi anni.
Ancora pianoforte, il 27 settembre, ma nella dimensione del recital con il giovane francese Lucas Debargue, anch’egli al debutto, che propone musiche di Bach (Concerto italiano), Schumann (Sonata n. 3), Fauré (Barcarola n. 3 e Ballata Op. 19) e Skrjabin (Fantasia Op. 28 e Sonata n. 4). Segnalatosi alla XV edizione del Concorso Čajkovskij nel 2015 da non vincitore ma da pianista di estroso talento ottenne comunque il gran premio della critica «per il suo dono unico, la sua libertà creatrice, la bellezza delle sue interpretazioni». E tra i giurati Boris Berezovskij si espose definendolo “geniale”. Da allora la sua carriera è costellata di importanti traguardi.
Infine, la chiusura dell’edizione 2021 del Settembre dell’Accademia, il 3 ottobre, è affidata ai Virtuosi dei Berliner Philharmoniker, gruppo cameristico formato dalle prime parti della mitica orchestra berlinese. I Virtuosi nascono nel 1993, a pochi anni dalla scomparsa di Herbert von Karajan (1989), a cui l’ensemble deve tutto per la strepitosa qualità del suono, raggiunta nei decenni di gloria dell’orchestra. L’obiettivo dei Virtuosi è di fondere il suono degli archi dell’orchestra con il virtuosismo dei singoli musicisti. I berlinesi sono guidati fin dalla fondazione da Laurentius Dinca, violinista entrato a far parte dei Berliner nel 1984, e compiranno un viaggio melodico attorno al mondo, che passa dalla frenesia dei ritmi tzigani, alle atmosfere sensuali del Sudamerica; musiche di Brahms (Danza ungherese n. 5), Dvořák (Serenata per archi), Bernstein (West Side Story Suite) e Piazzolla (Tango Ballet).
Per informazioni: www.accademiafilarmonica.org.